Attualità
Nessuna depressione mentale vi potrà imprigionare, se obiettivo primario è la pulizia interiore
Nella filosofia vedica, da ricercatori e scienziati emerge che abbiamo tre corpi, pur vedendone uno solo:
-Il corpo grossolano, ovvero il corpo fisico, soggetto a nascita e morte: è il corpo più denso in modo assoluto, tant’è che può essere percepito con i normali organi di senso, pelle, carne, sangue, ossa, organi interni. Il corpo sottile: mente, intelligenza, ego, emozioni, sensazioni e desideri. Ed è il corpo che farà da seme alle prossime nascite in altri corpi, con il benestare della coscienza. Il corpo spirituale, che semplicemente è il nostro vero essere, l’anima, le cui caratteristiche sono Sat Cit Ananda, eternità, conoscenza e felicità. Noi abbiamo perennemente questi tre corpi in lockdown: anima e corpo sono in una prigionia perenne, e chissà forse, grazie a questo drammatico evento ci si renderà consapevoli di essere un corpo debole e provvisorio.
Da La via obliqua della conoscenza”:
Per liberare l’anima “prigioniera” si deve passare da una via obliqua per la purificazione di mente, corpo e coscienza.
Come purificare la mente, il corpo e la coscienza?
Tutto ciò che introduciamo e che facciamo uscire attraverso le porte dei cinque organi sensoriali (udito, tatto, olfatto, gusto, vista), deve essere considerato come parte di una dieta purificatrice.
L’ascoltare buoni suoni, guardare belle cose, toccare oggetti che non danneggiano, usare e ascoltare linguaggi non “inquinanti”, costituisce una dieta purificatrice. Tutti i sensi devono promuovere riverenza, umiltà, equilibrio, equanimità e semplicità, e vanno accompagnati in una via obliqua… La mente è la chiave purificatrice per la libertà verticale dell’anima ed è un’ottima serva, ma attenti, è una pessima padrona.
Anche il cibo deve essere quindi scelto in modo che non abbia effetto negativo sulla mente. Esitate dal procacciare cibo alla lingua e alla sua bramosia, non siate vittime della lussuria o del gusto. Provvedetevi di cibo sano e mangiatelo in compagnia obliqua: siate moderati nel cibo e mantenete i sensi sotto stretto controllo! Il cibo che si mangia deve essere puro, irradiato dalle persone che ne raccolgono i componenti, che cucinano i piatti e che li servono. Occupate la mente in discussioni e scambi per elevare il vostro
grado di obliqualità e allora potrete così iniziare la vostra purificazione fisica e mentale. Sopportate coraggiosamente e con equanimità la calunnia, la perdita, la delusione, la sconfitta: nessuna depressione mentale vi potrà imprigionare. La pulizia interiore dovrebbe essere il vostro primario obiettivo, come la purificazione di un bicchiere. Qual è il punto del bicchiere che pulite di più, prima di bere? L’interno o l’esterno? Potrete avere dei bei vegetali, farne bevande, sale, forno e cuoco perfetti, ma se il recipiente di rame o altro non è perfettamente pulito, la pietanza diverrà pericolosa e potrà essere causa di malori
inspiegabili. Come l’insofferenza della mente che noi chiamiamo erroneamente anima, si sentirà come non libera di gioire la vita e le sue bellezze, come appunto una prigione. Va pertanto purificata bene
fuori nella mente e ragione ma soprattutto dentro noi, dove ci sono i nostri organi interni. Per purificare la coscienza è già un po’ più difficile per chi non è ancora a un buon livello di obliqualità, ma con coraggio e determinazione, sarà possibile se non ora, certamente in futuro. Farò riferimento a una disciplina vedica spirituale “La Sadhana”: prenderò i nove ingredienti più significativi:
1) purezza del luogo: è necessario dotare il luogo in cui si risiede o si studia di un’atmosfera virtuosa.
Tale luogo dev’essere pulito e libero da qualsiasi cosa che sia impura;
2) armonia familiare: nella famiglia in cui vivete dovrebbero esserci molta comprensione, cooperazione e senso di armonia. Nella famiglia non dovrebbe esistere discordia perché questo creerebbe una cattiva atmosfera;
3) cibo preferibilmente vegetariano: tutto il cibo dev’essere puro e sano. Questo significa che nessuna delle cose che mangiate dev’essere troppo acida, amara o calda. Dovete escludere il cibo aggressivo, il
pesce o la carne. Persino il cibo puro non dev’essere assunto in eccesso. Esso diventa pigrizia e depressione. Così ci si siede a tavola con lo stomaco leggero e ci si alza con lo stomaco pesante;
4) liquidi puri: anche i liquidi devono essere virtuosi. Non si deve bere qualsiasi cosa sia disponibile, ma solo acqua pura. Si devono escludere anche le bevande alcoliche;
5) visione pura: se si vogliono sviluppare pensieri e sentimenti puri anche tutto ciò che si vede, dev’essere puro. Tutta la Creazione si basa sulla visione verticale. È solo quando si ha una visione sbagliata, che si hanno cattivi pensieri. Si devono guardare le donne più anziane come se fossero la propria madre e quelle più giovani come se fossero le proprie sorelle. Quando si è pieni di pensieri così puri si devono avere buoni sentimenti!
6)Studio virtuoso: qualsiasi libro leggiate e qualsiasi cosa scriviate devono esseri puri. Questa è la pratica spirituale relativa allo studio. Se leggete o scrivete qualcosa di non puro, questo vi deformerà la
mente. Un buon libro forma una buona mente. Qualsiasi libro di fisica, chimica o altre materie che vi mettiate a studiare non avrà alcun effetto sul vostro carattere, ma i romanzi di cattiva qualità
lo influenzeranno. Se vi vengono consigliati libri non appropriati trattateli come meri libri di testo senza attribuire loro alcun valore come guide per la vita.
7) Alcuni fanno Yoga, altri meditazioni o preghiere, ascoltano musiche rilassanti, leggono e studiano testi vedici, e quant’altro. Potete avere relazioni normali con i vostri parenti ed amici, ma dovete praticare la vostra via verticale verso l’Anima Suprema che è infinitamente affascinante.
8) Dovete coltivare il sentimento dell’Amore. Dovete accertarvi che nel lavoro che fate non ci siano menzogna, disonestà, frode o motivi malvagi.
9) Le compagnie devono essere buone. Dovete pensare a chi frequentare.
Un filosofo vedico disse: “Io saluto sia i cattivi che i buoni.” Gli venne chiesto: “Ben comprendiamo che tu saluti i buoni, ma perché anche i cattivi?” Egli rispose: “Quando saluto i cattivi sto dicendo loro: “Per favore,
levatevi dalla mia presenza, mentre ai buoni sto dicendo: per favore, venite da me”.
Ordinariamente la purificazione, come la guarigione, sia del corpo che dello spirito, avviene adagio, per gradi, un passo dopo l’altro, a fatica e con il tempo arriverà il traguardo della purezza d’Animo.
Se solo percorriamo con sincerità l’esercizio della purificazione dell’anima, essa potrà poi ritornare e ripartire da dove le pulizie erano iniziate. La purificazione attiva invece, quella che possiamo chiamare
combattimento spirituale annovera tre strumenti principali: tolleranza, canto dei mantra, devozione e soprattutto Sincero Amore. Per es., possiamo anche sopravvivere senza amare, me se vogliamo amare dobbiamo fare i conti con il prezzo che questo comporta. Andare al di là delle nostre ferite, come ci viene testimoniato da coloro che sono andati avanti in questo processo di purificazione, è possibile
di solito solo dopo che i nuovi eventi della vita ci hanno fatto percepire le cause da noi stesse seminate in precedenza. Decidiamo subito di dedicare la nostra vita all’amore, che possiamo realizzare con una speranza di fiducia verso la nostra Anima. La fede ci purificherà e la purezza aumenta il nostro amore per il
Supremo in modo incondizionato.
In conclusione il giullare che è in me, farà le sue conclusioni. Per aiutare l’anima individuale a liberarsi dalla prigionia, ci si dovrà pertanto purificare completamente la coscienza, come un delinquente che sconta la sua pena stando per un certo periodo in prigione, a seconda dei reati commessi, poi, finalmente, avrà di nuovo la libertà. Ma quella dell’anima è la libertà suprema e definitiva che vi farà realizzare l’eternità, la conoscenza e la felicità.
(Tratto da: La via obliqua della conoscenza) Buonadesso a tutti.
Attualità
Pallavolo Serie D – Esordio fuori casa per il GSA Pallavolo Ariano
Dopo aver conquistato nella scorsa stagione la promozione in serie D, la Coppa e la SuperCoppa IrpiniaSannio, il GSA PALLAVOLO ARIANO sabato 2 novembre scende in campo a Cava dei Tirreni per la prima gara del campionato di serie D maschile.
La partita inizierà alle ore 19.30 per dare avvio ad una nuova fase agonistica che il GSA intende giocare per l’alta classifica.
Confermato lo staff tecnico con Giulio Filomena e Nico Medici a guidare il gruppo nel quale saranno ancora G. Santosuosso, L. Guardabascio e R. Caso punti di riferimento per giovani promettenti come M. Molinario, M. Ninfadoro , C. Capozzi e P.Borriello. La qualità non manca nel resto della squadra con G. Ricciardi, A. La Luna, L. Schiavo, H. Chiaradonna, A. Iandoli, T. Barrasso , M. Toriello a disposizione dei tecnici per dimostrare di valere la categoria.
Per questa importante avventura regionale, la società arianese è pronta anche a lanciare i giovanissimi dell’Under 17 che già hanno messo in mostra il loro positivo spessore con una vittoria per 3-0 nel debutto casalingo con i pari età dell’Academy nel torneo territoriale di categoria.
Per l’esordio fuori casa gli arianesi dovranno aspettarsi una gara difficile e confrontarsi con un avversario molto solido; il fattore campo può aiutare i cavesi, ma il GSA deve subito metabolizzare le difficoltà della serie regionale e scendere sul parquet con la consapevolezza di saper imporre il proprio gioco per conquistare la vittoria.
Attualità
Giornata delle Forze Armate – Il 4 Novembre ad Ariano la cerimonia per il Giorno dell’Unità Nazionale
L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino, in una sobria e solenne cerimonia, vuole commemorare i Caduti di tutte le Guerre, rendere omaggio alle Forze Armate, celebrando la Festa dell’Unità Nazionale, in ricordo della fine della prima Guerra Mondiale.
Appuntamento lunedì 4 novembre 2024 alle ore 10,00 al Piano della Croce presso il Monumento ai Caduti dove, alla presenza delle Autorità Civili, Militari e Religiose, verrà deposta la Corona di alloro, sulle note dell’Inno Nazionale.
Una Corona di Alloro verrà deposta anche davanti al busto di Giulio Lusi in Villa Comunale e nell’atrio di Palazzo di Città.
Il messaggio istituzionale è rivolto alle nostre giovani generazioni, per non dimenticare i nostri Caduti in Guerra, morti per gli ideali risorgimentali di indipendenza, di libertà, di democrazia che hanno determinato l’Unità d’Italia ed esprimere riconoscenza per coloro che ancora oggi rischiano la vita al Servizio della Comunità.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
Attualità
Roberto Zaffiro: vi racconto la mia Africa e vi invito a diventare benefattori
Imprenditore nel settore edile (azienda di dieci dipendenti), insieme ad altri due fratelli, sposato e con due figli, Roberto Zaffiro, con il pieno sostegno della famiglia, si dedica anima e corpo alla missione che lo appassiona e gratifica di più: dalla costruzione di pozzi e scuole, ai presidi ospedalieri, in Africa. Il 5 novembre partirà per la Nigeria e in gennaio per il Benin
“Un tempo ero laico, poi a 37 anni, 20 anni fa, c’è stata la mia conversione, a seguito del viaggio a Medugorje, – ci racconta. Il senso di solidarietà l’ho però sempre avuto nel DNA, tanto che ogni volta che ho girato il mondo, ho sempre elargito del denaro, ai bisognosi che mi è capitato di incontrare”.
Quando hai capito che la tua missione era dedicarti in maniera più completa agli altri?
La svolta a seguito del viaggio a Medugorje. Fino ad allora ero stato una sorta di superficiale credente praticante, che girava il mondo, compresa l’Africa, anche in moto, e non dava grande importanza ai sacramenti e alla preghiera. In quel luogo, come se avessi improvvisamente intuito le mie miserie e fragilità, ho pianto molto e ho capito che dovevo cambiare la mia vita e relazionarmi in maniera diversa con Dio. È cominciata così la mia conversione, incrementando anche la frequentazione della Chiesa, finché a Montevergine (AV) non ho incontrato padre Jean Baptist, sacerdote originario del Benin (Diocesi Kandi-Benin), specializzatosi a Roma. Siamo diventati amici e, dopo che mi ha mostrato le carenze d’acqua nel suo villaggio, gli ho donato un pozzo. Quando è tornato in Africa, mi ha fatto promettere che sarei andato a trovarlo. Nel 2012 l’ho raggiunto e ho cominciato a guardare l’Africa con occhi nuovi, mi sono reso conto della vita di sofferenza della popolazione: bambini e adulti che bevevano dalle pozzanghere esponendosi a malattie, quando non la morte, bambini costretti a percorrere chilometri con le taniche in testa per approvvigionarsi dell’acqua. Un pozzo è una fonte di acqua viva utile a diverse comunità, talvolta serve fino a diecimila persone o più (dipende dalla grandezza dei villaggi) e nel tempo, cambia radicalmente la loro vita: cominciano ad allevare animali, a praticare l’agricoltura. L’acqua è di interesse primario: il 60-70 per cento dei nostri fondi li impieghiamo nella costruzione dei pozzi, a cui facciamo seguire attività ambulatoriali, considerando che, per accedere all’assistenza sanitaria, bisognerebbe percorrere centinaia di chilometri e talvolta non c’è il tempo, né la possibilità, di farlo. Molte malattie derivano dalla mancanza di igiene, dal fatto che non ci si può lavare: da una banale diarrea si passa alla febbre, inizia la sofferenza, che diventa acuta, poi grave e infine, può portare alla morte. Un piccolo presidio sanitario, con almeno uno-due infermieri e un medico, serve a trasmettere i fondamenti dell’igiene necessari a prevenire diverse malattie, anche se, per quelle più gravi, bisogna recarsi presso gli ospedali. Agli ambulatori cerchiamo di affiancare la promozione dell’istruzione di base che consenta ai più poveri, che non possono permettersi la scuola, almeno di difendere i diritti propri e della famiglia: l’istruzione emancipa e salva il mondo. Come individuate dove costruire un pozzo?
Primo step individuare il punto, poi una sorta di rabdomante, col talento sensibile nelle mani, scopre dove potrebbe esserci più acqua, quindi arriva la trivella, che in genere scava per 4-5 ore, con tutta la popolazione intorno, che festeggia il grande evento, che cambierà la loro la vita. Il primo getto d’acqua, è un vero spettacolo: vediamo la gioia dei bambini e della gente. Documentiamo tutto in diretta e lo postiamo sui social, poi, a fine missione, montiamo un filmato che mostreremo ad amici, conoscenti e benefattori, nonché a chi volesse diventarlo. Vogliamo dimostrare che facciamo opere concrete e cerchiamo di renderci utili, per alleviare almeno in parte, la sofferenza di quelle popolazioni. Realizzare un pozzo costa circa 7-8 mila euro, ma dipende dal luogo, dalla quantità e dalla profondità del terreno. Un ambulatorio sanitario, così come una scuola, costa intorno ai 20-30 mila euro, a seconda delle dimensioni.
Finora abbiamo realizzato 24 pozzi in Benin, uno in Malawi e 5 in Nigeria, che servono una popolazione complessiva di circa 350 mila abitanti.
La strada la preparano i religiosi, che, oltre alle lingue locali, compresi i vari dialetti, parlano inglese, francese ed italiano. Con le loro diocesi, di dimensioni notevoli, sono radicati sul territorio, interloquiscono coi capi villaggio, i quali, al di là dei diversi credo religiosi, convivono senza combattersi. Ogni iniziativa la condividiamo con i capi delle comunità: acqua, sanità, scuola, sono per tutti, cristiani, musulmani, animalisti. Questo ci consente anche di approcciarci a quei territori senza temere per la nostra incolumità.
Con quali modalità raccogliete le risorse necessarie?
I fondi vengono raccolti sia con la promozione di giornate di beneficenza, sia nelle chiese, attraverso l’associazione Regina della Pace e Carità (con sede in Flumeri, AV), finalizzata a promuovere e gestire interventi di cooperazione allo sviluppo e progresso umano, economico e sociale, attraverso la costruzione di pozzi, scuole, ambulatori, orfanotrofi e chiese, nei Paesi in via di sviluppo. Nata allo specifico scopo della missione in Africa, la onlus è composta da 12 persone, 3 delle quali, sacerdoti africani. I sacerdoti, vivendo in Africa, conoscono il territorio e poiché ogni anno vengono in Italia, fermandosi per circa 40 giorni presso le parrocchie, ci aiutano a progettare le sfide che realizzeremo insieme. Sono loro i veri esecutori delle opere: i pozzi si scavano rapidamente in nostra presenza, ma per le altre opere che invece richiedono mesi, noi ogni anno andiamo a verificare ciò che è stato realizzato e lo inauguriamo insieme. Quest’anno abbiamo realizzato 3 pozzi in Benin e altri 3 ne realizzeremo entro fine anno in Nigeria: partiremo il 5 novembre, per tornare il 19. Per l’inizio del 2025 realizzeremo una chiesa e ancora 4 pozzi in Benin, nonché giornate sanitarie e visite agli orfanotrofi locali. Giacché abbiamo costruito tre ambulatori in Benin, tra cui un ospedale della maternità, promuoveremo la formazione sanitaria, invitando le popolazioni limitrofe, alle quali si insegnerà la prevenzione di base e doneremo dei medicinali, che, su indicazione dei medici locali, acquistiamo direttamente in loco o nelle città più grandi, che distano anche fino a 250 km. Spesso i bambini hanno la pancia gonfia dovuta ai vermi, così acquistiamo il farmaco per la sverminazione, che costa un euro e mezzo e salva loro la vita o la tachipirina, utile in caso di febbre alta. Molti bambini vengono abbandonati nella savana, se la famiglia a causa dell’estrema povertà non può mantenerli, oppure se malati o albini (pensano siano indemoniati), così suore, preti e laici, li raccolgono e li portano negli istituti religiosi dotati di orfanotrofi (30-40 posti), che però soffrono difficoltà economiche e alimentari. Quando li visitiamo, doniamo una metà delle offerte in beni materiali, riso, olio e latte in polvere, e il resto, tra i mille e i tremila euro (a seconda di ciò di ciò che siamo riusciti a mettere da parte), lo diamo alla struttura come sostegno economico. Cerchiamo di metterli in condizioni di andare avanti per qualche mese, di dare ai loro ospiti una speranza per il futuro. Nel 2026 in Malawi vorremmo realizzare un orfanotrofio per bambini abbandonati e disabili e 2-3 pozzi, per cui stiamo raccogliendo fondi e invitiamo chiunque potesse e volesse, a contribuire.
Che altro fare per aiutare concretamente gli Africani?
I governi locali dovrebbero preoccuparsi, per cominciare, di dare l’acqua, consentire l’istruzione e la sanità, che fornirebbe a quelle popolazioni i mezzi per progredire ed essere autonome a casa loro. In tal modo, non avrebbero bisogno di rischiare la vita sui barconi, per illusioni irrealizzabili. Purtroppo i loro governanti sono spesso dittatori che non hanno alcun interesse a metterli in condizioni di autosufficienza, ma preferiscono tenerli nell’ignoranza, per poterli gestire.
Dal canto nostro, immersi nel benessere, noi consumiamo cose inutili, sprechiamo e buttiamo. Vorrei esortare a pensare a chi ora sta soffrendo, destinando ciò che per noi è superfluo a chi invece ha necessità basilari. Per dirla con madre Teresa di Calcutta: la condivisione sconfigge la povertà.
Siete in procinto di partire per la prossima missione…
Il 5 novembre partiremo per la Nigeria per due settimane. Sarò accompagnato da due nuovi benefattori, Giovanni Parrella di Motesarchio (BN), e Angela Ciasullo di Flumeri, che documenterà i lavori anche filmando e, per la missione, è riuscita a superare la sua antica paura per gli aghi, poiché ha dovuto vaccinarsi, e persino quella di volare. Ognuno di noi ha sostenuto autonomamente il costo del biglietto (1.000 €) e dei visti (300 €). Dal 16 gennaio al 5 febbraio tornerò in Benin, ancora con Angela Ciasullo e i parroci: Don Alessandro Pascale, di Prato Principato Ultra, Don Alberico Grella, di Sturno, Don Rino Morra, di Bisaccia e chiunque volesse aggiungersi”.
I prossimi eventi per raccogliere fondi e visionare quanto realizzato in Benin: sabato 30 novembre 2024 alle 20, cena di beneficenza (20 €) presso i Saloni dell’Oratorio ANSPI San Prisco (Via Grotte) a Passo Eclano (AV); domenica 8 dicembre 2024 a Zungoli (AV), ore 13 pranzo di beneficenza (25 €), presso il Convento San Francesco. Ulteriori informazioni (e prenotazioni) su: https://www.reginadellapaceecarita.org
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