Attualità
Non sottovalutate il potere di essere artefici del nostro destino: il diritto di voto alle donne
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Il 4 giugno del 1913, durante la corsa dei cavalli di Epson, alle porte di Londra, una donna si lanciò d’improvviso contro il cavallo di re Giorgio V nel tentativo di afferrarne le briglie.
La donna era Emily Davison, una suffragetta, come venivano chiamate con disprezzo le donne che all’epoca si battevano per l’emancipazione femminile. Nello scontro riportò gravi lesioni interne e morì pochi giorni dopo, mentre il re Giorgio V, presente alla corsa, si preoccupò immediatamente del cavallo e del fantino, manifestando disappunto per la giornata di festa, rovinata da quel gesto inaspettato. Ma chi era Emily Davison? Nata nel 1872, in un’epoca in cui le donne erano escluse dall’istruzione superiore, riuscì a concludere con successo il percorso di studi in lingua e letteratura inglese. Diventò prima docente presso le scuole private, poi istitutrice presso una ricca famiglia nel Berkshire. Nonostante conducesse un discreto tenore di vita, Emily era profondamente insoddisfatta perché non tollerava la diseguaglianza di opportunità della sua condizione e di quella di tutte le donne di allora. Perciò, nel 1906 si iscrisse al WSPU, Women’s Social and Political Union, che all’epoca si batteva per l’estensione del suffragio universale alle donne. Per illustrare la causa del movimento, scrisse oltre 200 lettere ai giornali (50) di allora, e si rese protagonista di altre azioni non violente, quali irruzioni nei luoghi ed eventi riservati agli uomini. Quando venivano arrestate, le suffragette ricorrevano allo sciopero della fame per dare visibilità alla loro causa: Emily fu arrestata 9 volte e in quelle occasioni, a causa dell’alimentazione forzata cui veniva sottoposta dai carcerieri, riportò lesioni ai denti e ai nervi facciali. Fu spesso insultata e vilipesa dai giornali e, come tutte le attiviste, ha dovuto affrontare ritorsioni sul posto di lavoro e allontanamento dai figli minori, spesso con la complicità di mariti pavidi, come ben documentato nel film “Suffragette” di Sarah Gayon (2015). Nel corso della Prima Guerra Mondiale, la concessione del voto alle donne, per le sole donne sposate e trentenni, fu barattata in cambio della sospensione di ogni azione da parte del movimento WSPU. Il vero suffragio universale si otterrà solo nel 1928, con il Representation of the People (Equal Franchise) Act: ci sono voluti 60 anni per ottenere il diritto di voto alle donne! Quello stesso anno, l’attivista britannica Emmeline Parkhurst scrisse: “Non sottovalutate il potere che abbiamo noi donne di essere artefici del nostro destino. Noi non vogliamo violare la legge, noi vogliamo fare la legge”. Ma quando è iniziata la lotta per il riconoscimento di questo diritto fondamentale? La battaglia era iniziata il 15 Maggio 1869, con la nascita a New York della National Woman Suffrage Association (NWSA), movimento di emancipazione femminile. L’associazione, che diventerà una delle organizzazioni americane più attive a favore dei diritti delle donne, fu fondata da Elizabeth Cady Stanton e Susan Brownell Antony. La Stanton divenne famosa per essersi battuta, col marito Henry Brewster Santon, contro lo schiavismo e anche e soprattutto perché, ispirandosi alla Dichiarazione d’Indipendenza Americana, pubblicò la “Dichiarazione del Sentimenti”, ritenuta dagli storici come l’atto fondativo del primo movimento suffragista di emancipazione femminile.
Attualità
Coppa Italia TPRA (Federazione Italiana Tennis-Padel) al Club La Tartaruga
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Il settore Tpra della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) presenta la “Coppa Italia TPRA Tennis 2025”
L’obiettivo è quello di coinvolgere nell’attività, NUOVI giocatori amatoriali, quindi anche nuovi tesserati, coinvolgendoli tramite i circoli, i maestri etc.
Come sappiamo, il fattore squadra, spesso rappresenta una forte motivazione alla partecipazione.
La formula è molto coinvolgente:
– 1^ FASE REGIONALE.
FASE PROVINCIALE. Le prime 2 squadre di ogni girone accederanno al tabellone ORO, le altre al tabellone ARGENTO.
MASTER PROVINCIALE. Si giocherà con tabellone ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre finaliste dei tabelloni accederanno al Master Regionale.
MASTER REGIONALE. Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre vincitrici accederanno al Master Nazionale.
– 2^ FASE NAZIONALE
Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO.
Il Club La Tartaruga, Presieduto da Lucia Scrima, partecipa alla Coppa Italia categoria femminile competizione che prevede la disputo 2 singolari e un doppio al meglio di tre set ai 6 games con “vantaggio Tpra” e tie-break a 7 punti sul punteggio di 5 giochi pari, in sostituzione dell’eventuale terzo set si disputa un match tie-break a 7 punti.
Domani domenica 23 febbraio 2025 alle ore 10:00 si disputa la prima giornata sui campi in sintetico di Contrada Carpiniello le ragazze del Club La Tartaruga affrontano il TC Cesinali.
Il Club La Tartaruga Ariano Irpino schiera Manuela Leo (capitano) – Graziella Barrasso – Federica Capobianco – Veronica Di Maggio – Greta Fino – Giuseppina Florenzano – Roberta Morelli e Raffaella Zecchino.
Il Panathlon Club Ariano Irpino, Associazione Internazionale Benemerita del Coni che promuove l’etica e la lealtà nello Sport,attribuirà il premio “Fair Play” al termine delle varie fasi della Coppa Italia.
Attualità
Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino
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Roma, 17.02.2025– Una delegazione di Forza Italia di Ariano Irpino, guidata dal Segretario cittadino Avv. Giancarlo Giarnese e composta dagli Avv. Giancarlo Di Gregorio, Avv. Crescenzo Perrina e Arch. Alessandro Moschillo, è stata ricevuta questa mattina al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Dott.ssa Bertolozzi. Al centro dell’incontro, la possibilità di riaprire un secondo tribunale in Provincia di Avellino.
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Durante la riunione, la delegazione irpina ha presentato una relazione dettagliata sul progetto, accompagnata dal deliberato dei Sindaci dell’Area Vasta adottato il 13 febbraio scorso. Un documento che testimonia il forte sostegno istituzionale e territoriale all’iniziativa.
Dal confronto è emersa una notizia di grande rilievo: il Governo sta lavorando a un Progetto di Legge che, oltre a stabilizzare i tribunali abruzzesi, prevederà la riapertura di quattro tribunali soppressi nel 2012 e conferirà una delega all’Esecutivo per individuare i criteri utili alla riattivazione di altre sedi giudiziarie, con particolare attenzione alle aree interne.
La volontà dell’Esecutivo di superare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 rappresenta un segnale positivo per il territorio irpino. Il Capo di Gabinetto ha già fissato un nuovo incontro dopo l’estate per discutere più concretamente della proposta di un secondo tribunale in provincia di Avellino.
Attualità
Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI), il grimaldello per privatizzare la Sanità
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Le liste di attesa sono la fotografia del Sistema Sanitario italiano, finanziato con prelievi fiscali sui redditi dei pensionati, lavoratori e liberi professionisti, eroga prestazioni sanitarie in tempi biblici, anche otto /nove mesi, che compromettono le condizioni di salute della persona ammalata. Tant’è, che, il cittadino, per ottenere prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli, si rivolge all’Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI) che, in regime ambulatoriale, eroga prestazioni specialistiche e/o attività diagnostico strumentale, interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario o di Day Hospital/Surgery, prestate dal personale della dirigenza medica e sanitaria in regime di esclusività. Per incanto nello stesso ospedale, reparto, ambulatorio e l’identico medico la prestazione sanitaria viene erogata in poche settimane, imponendo al cittadino di pagare tra le 100/120 euro che in regime ordinario, se fosse esente dal pagare il ticket sanitario, sarebbe stata totalmente a carico del SSN. Forse la mancata riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche va trovata nella volontà di introdurre, in modo silente, non certo in punta di piedi, la privatizzazione del SSN? Giulio Andreotti, affermava: “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Le liste di attesa sono il tema irrisolto sul quale si è cimentato in estate il governo Meloni, ben sapendo che il personale sanitario è sotto organico, sono insufficienti le risorse finanziarie per gli straordinari, è inadeguata la protezione dalle aggressioni degli operati sanitari nei reparti del pronto soccorso. Nel frattempo milioni di cittadino, pur esenti da ticket sanitario, sono sottoposti ad ulteriori esborsi di denari che il rapporto della Fondazione Gimbe/2024 e l’ISTAT/2023, hanno quantificato nella percentuale del 26%, con spese dirette o intermediate, quest’ultime erogate dalle assicurazioni sanitarie. Il piano del governo è chiaro: ridurre la presenza dello Stato a tutto vantaggio della sanità privata e delle assicurazioni sanitarie. Non possiamo rimanere con le mani in tasca, bisogna impedire la lenta agonia del SSN.
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