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Nuovo incontro dell’OUA a Roma il 6 aprile per protestare contro la revisione della geografia giudiziaria.

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Processi troppo lunghi e un enorme numero di pendenze, con queste pesanti osservazioni arriva il nuovo Rapporto europeo sull’efficienza dei sistemi giudiziari presentato ieri. Un richiamo, l’ennesimo, ai problemi atavici della nostra giustizia, che purtroppo, rimangono senza soluzione. Anzi, come denuncia l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), assistiamo, spesso, a risposte inadeguate e controproducenti. Tra queste, la controversa (con evidenti profili di incostituzionalità) revisione della geografia giudiziaria. Per Nicola Marino, presidente dell’Oua, è la dimostrazione del fallimento delle politiche di questi anni: «Puntuale è arrivata l’ulteriore valutazione negativa europea sulla giustizia italiana. Ma nel nostro Paese si insiste con riforme inadeguate e talvolta controproducenti come la revisione della geografia giudiziaria. Fin ad ora abbiamo assistito solo all’aumento del contributo unificato e a interventi che limitano l’accesso al servizio giustizia per i cittadini, tra questi la mediazione obbligatoria, poi bocciata dalla Consulta e il filtro in appello. Intanto l’arretrato aumenta e la lunghezza dei processi pure e qualcuno, purtroppo, insiste nell’indicare nella cultura del diritto (definita ipergarantista, e quindi a scaricare responsabilità sugli avvocati), come la causa di tutti i mali. Niente di più falso: l’avvocatura, a dir il vero, presenta da anni decine di proposte, purtroppo inascoltate. Per citarne alcune: il ricorso ai manager e una riorganizzazione degli uffici, l’estensione delle best practices (tribunali di Torino o Bolzano…), del processo telematico (ora a macchia di leopardo) e dell’innovazione tecnologica (tribunali tecnologici, come si sta facendo a Sulmona), la riforma della magistratura onoraria, l’autogestione delle risorse, l’implementazione dei sistemi alternativi di risoluzione delle controversie (arbitrati, mediazione facoltativa…ecc). E poi una seria revisione della geografia giudiziaria, senza, però, compromettere la giustizia di prossimità e bloccando, quindi, il processo di rottamazione ora in corso, inutile, inadeguato e con evidenti profili di incostituzionalità».

 

Processi troppo lunghi e un enorme numero di pendenze, con queste pesanti osservazioni arriva il nuovo Rapporto europeo sull’efficienza dei sistemi giudiziari presentato ieri. Un richiamo, l’ennesimo, ai problemi atavici della nostra giustizia, che purtroppo, rimangono senza soluzione. Anzi, come denuncia l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), assistiamo, spesso, a risposte inadeguate e controproducenti. Tra queste, la controversa (con evidenti profili di incostituzionalità) revisione della geografia giudiziaria. Per Nicola Marino, presidente dell’Oua, è la dimostrazione del fallimento delle politiche di questi anni: «Puntuale è arrivata l’ulteriore valutazione negativa europea sulla giustizia italiana. Ma nel nostro Paese si insiste con riforme inadeguate e talvolta controproducenti come la revisione della geografia giudiziaria. Fin ad ora abbiamo assistito solo all’aumento del contributo unificato e a interventi che limitano l’accesso al servizio giustizia per i cittadini, tra questi la mediazione obbligatoria, poi bocciata dalla Consulta e il filtro in appello. Intanto l’arretrato aumenta e la lunghezza dei processi pure e qualcuno, purtroppo, insiste nell’indicare nella cultura del diritto (definita ipergarantista, e quindi a scaricare responsabilità sugli avvocati), come la causa di tutti i mali. Niente di più falso: l’avvocatura, a dir il vero, presenta da anni decine di proposte, purtroppo inascoltate. Per citarne alcune: il ricorso ai manager e una riorganizzazione degli uffici, l’estensione delle best practices (tribunali di Torino o Bolzano…), del processo telematico (ora a macchia di leopardo) e dell’innovazione tecnologica (tribunali tecnologici, come si sta facendo a Sulmona), la riforma della magistratura onoraria, l’autogestione delle risorse, l’implementazione dei sistemi alternativi di risoluzione delle controversie (arbitrati, mediazione facoltativa…ecc). E poi una seria revisione della geografia giudiziaria, senza, però, compromettere la giustizia di prossimità e bloccando, quindi, il processo di rottamazione ora in corso, inutile, inadeguato e con evidenti profili di incostituzionalità».

 

Processi troppo lunghi e un enorme numero di pendenze, con queste pesanti osservazioni arriva il nuovo Rapporto europeo sull’efficienza dei sistemi giudiziari presentato ieri. Un richiamo, l’ennesimo, ai problemi atavici della nostra giustizia, che purtroppo, rimangono senza soluzione. Anzi, come denuncia l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), assistiamo, spesso, a risposte inadeguate e controproducenti. Tra queste, la controversa (con evidenti profili di incostituzionalità) revisione della geografia giudiziaria. Per Nicola Marino, presidente dell’Oua, è la dimostrazione del fallimento delle politiche di questi anni: «Puntuale è arrivata l’ulteriore valutazione negativa europea sulla giustizia italiana. Ma nel nostro Paese si insiste con riforme inadeguate e talvolta controproducenti come la revisione della geografia giudiziaria. Fin ad ora abbiamo assistito solo all’aumento del contributo unificato e a interventi che limitano l’accesso al servizio giustizia per i cittadini, tra questi la mediazione obbligatoria, poi bocciata dalla Consulta e il filtro in appello. Intanto l’arretrato aumenta e la lunghezza dei processi pure e qualcuno, purtroppo, insiste nell’indicare nella cultura del diritto (definita ipergarantista, e quindi a scaricare responsabilità sugli avvocati), come la causa di tutti i mali. Niente di più falso: l’avvocatura, a dir il vero, presenta da anni decine di proposte, purtroppo inascoltate. Per citarne alcune: il ricorso ai manager e una riorganizzazione degli uffici, l’estensione delle best practices (tribunali di Torino o Bolzano…), del processo telematico (ora a macchia di leopardo) e dell’innovazione tecnologica (tribunali tecnologici, come si sta facendo a Sulmona), la riforma della magistratura onoraria, l’autogestione delle risorse, l’implementazione dei sistemi alternativi di risoluzione delle controversie (arbitrati, mediazione facoltativa…ecc). E poi una seria revisione della geografia giudiziaria, senza, però, compromettere la giustizia di prossimità e bloccando, quindi, il processo di rottamazione ora in corso, inutile, inadeguato e con evidenti profili di incostituzionalità».

 

Processi troppo lunghi e un enorme numero di pendenze, con queste pesanti osservazioni arriva il nuovo Rapporto europeo sull’efficienza dei sistemi giudiziari presentato ieri. Un richiamo, l’ennesimo, ai problemi atavici della nostra giustizia, che purtroppo, rimangono senza soluzione. Anzi, come denuncia l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), assistiamo, spesso, a risposte inadeguate e controproducenti. Tra queste, la controversa (con evidenti profili di incostituzionalità) revisione della geografia giudiziaria. Per Nicola Marino, presidente dell’Oua, è la dimostrazione del fallimento delle politiche di questi anni: «Puntuale è arrivata l’ulteriore valutazione negativa europea sulla giustizia italiana. Ma nel nostro Paese si insiste con riforme inadeguate e talvolta controproducenti come la revisione della geografia giudiziaria. Fin ad ora abbiamo assistito solo all’aumento del contributo unificato e a interventi che limitano l’accesso al servizio giustizia per i cittadini, tra questi la mediazione obbligatoria, poi bocciata dalla Consulta e il filtro in appello. Intanto l’arretrato aumenta e la lunghezza dei processi pure e qualcuno, purtroppo, insiste nell’indicare nella cultura del diritto (definita ipergarantista, e quindi a scaricare responsabilità sugli avvocati), come la causa di tutti i mali. Niente di più falso: l’avvocatura, a dir il vero, presenta da anni decine di proposte, purtroppo inascoltate. Per citarne alcune: il ricorso ai manager e una riorganizzazione degli uffici, l’estensione delle best practices (tribunali di Torino o Bolzano…), del processo telematico (ora a macchia di leopardo) e dell’innovazione tecnologica (tribunali tecnologici, come si sta facendo a Sulmona), la riforma della magistratura onoraria, l’autogestione delle risorse, l’implementazione dei sistemi alternativi di risoluzione delle controversie (arbitrati, mediazione facoltativa…ecc). E poi una seria revisione della geografia giudiziaria, senza, però, compromettere la giustizia di prossimità e bloccando, quindi, il processo di rottamazione ora in corso, inutile, inadeguato e con evidenti profili di incostituzionalità».

 

«Contro questo provvedimento – conclude Marino – che ha già raccolto otto rinvii alla Consulta, sabato 6 aprile grande incontro a Roma, promosso con i Fori Minori, per coordinare l’iniziativa giudiziaria, insieme anche agli Enti locali. Aumentano in queste ore le adesioni degli Ordini ed è anche prevista una massiccia partecipazioni di Sindaci di molti Comuni».

 

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Campania Libri Off 2025, alla Biblioteca Provinciale di Avellino si presenta “La babilonese”

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La rassegna Campania Libri Off 2025 farà tappa ad Avellino -sabato 5 aprile – presso la Biblioteca Provinciale S. e G. Capone – Palazzo della Cultura in corso Europa. Protagonista Antonella Cilento che presenterà “La babilonese” (Bompiani Editore).Interverranno Emilia Bersabea Cirillo e Generoso Picone che si alterneranno anche nelle letture. L’evento rientra nel Campania libri Off che propone, in vista del Campania Libri Festival che si terrà ad ottobre al Palazzo Reale di Napoli, appuntamenti letterari con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura quale elemento chiave della crescita personale e civile.

“La babilonese” narra di sei storie legate tra loro che si dipanano nel corso dei secoli, da Ninive in Mesopotamia nel VI secolo a.C. fino alla Napoli di oggi. Un appassionante viaggio nel tempo, che mescola storia e invenzione, mistero e spunti di riflessione sulla memoria, sul trascorrere del tempo, sui sentimenti e le passioni umane, un libro nel quale convivono e si intersecano i molteplici interessi dell’autrice che da sempre trovano espressione nella sua scrittura al contempo erudita e piacevole: la letteratura e l’arte, l’archeologia e la narrativa popolare, i mille volti di Napoli e la condizione femminile. 

Antonella Cilento (Napoli, 1970) nel 1993 ha creato LalineascrittaLaboratori di Scrittura (www.lalineascritta.it), uno dei primi laboratori per l’insegnamento della scrittura creativa. Dal 2019 ha ideato e coordina il primo Master di scrittura ed editoria del Sud Italia, SEMA, in partnership con l’Università Suor Orsola Benincasa. Dal 2007 dirige la rassegna di letteratura internazionale “Strane Coppie”. Tra le sue opere, tradotte in numerosi paesi, ricordiamo Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori, 2014, finalista al Premio Strega e vincitore del Premio Boccaccio), Bestiario napoletano (Laterza, 2015), Morfisao L’acqua che dorme (Mondadori, 2018). Ha scritto per il teatro, la radio e attualmente collabora con la Repubblica – Napoli.

Si ricorda che dallo scorso 2 gennaio la Biblioteca Provinciale, la Mediateca e la Sezione Ragazzi sono aperte al pubblico dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:30. Dal lunedì al venerdì le sale studio, site al secondo piano della Biblioteca Provinciale, sono fruibili con orario continuato dalle 8:30 alle 19:30, il sabato dalle 8:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:30. 

Per info: 

0825790515

bibliotecaprovincialecapone@provincia.avellino.it

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XI edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico il 4 aprile al Liceo Parzanese

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Anche quest’anno, il prossimo 4 aprile 2025,dalle 18.00 alle 24.00, il Liceo “Pietro Paolo Parzanese di Ariano Irpino, aderirà all’”XI Notte Nazionale del Liceo Classico” che, su indicazioni del Comitato organizzativo nazionale, presieduto dal Prof. Rocco Schembra, si propone di ribadire, nei Licei aderenti all’ iniziativa, il peculiare valore formativo dei Licei classici.

Il tema comune, scelto dal comitato organizzativo nazionale per quest’ anno, prevede una riflessione su “Mediterraneo/Mediterranei: mare in mezzo alle terre, terre in mezzo al mare”.

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Pallavolo Serie D Maschile – GSA ad un passo dalla serie C

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GSA PALLAVOLO ARIANO ASD –  PALLAVOLO BATTIPAGLIA  3 – 0 GARA DEL 29 MARZO 2025

IL GSA supera Battipaglia 3-0, per la promozione in Serie C serve l’impresa nell’ultima gara a Montecorvino Pugliano

Formazione GSA : T.BARRASSO, C.CAPOZZI, R.CASO, L.GUARDABASCIO, S.GRASSO, H.CHIARADONNA, A.IANDOLI M.MOLINARIO, M.NINFADORO, W.PUORRO, G.RICCIARDI, G.SANTOSUOSSO, L.SCHIAVO, M.TORIELLO Allenatori : Giulio Filomena, Nico Medici Dirigente: Gianfranco Molinario

Il GSA conferma il primo posto in classifica con una vittoria da tre punti sul Battipaglia.

Resta una sola partita alla conclusione della Regular Season che vedrà il GSA sabato  5 aprile  affrontare APD PESSY  per una gara che vale una stagione. GSA e APD PESSY condividono il primo posto in graduatoria, quindi la squadra che si aggiudicherà il big match conquisterà la promozione diretta in serie C. IL GSA è pronto per l’impegno ed è concentrato sul lavoro di preparazione da svolgere  per sostenere l’importante appuntamento.

I tecnici Giulio Filomena e Nico Medici affermano che i propri giocatori hanno disputato un grande Torneo, il primo posto attuale necessita solo di essere legittimato con una  prestazione di rilievo  nella prossima gara.

Usciamo da un periodo complesso e difficoltoso, aggiungono i coach, i nostri atleti sono stati bravi a reagire e superare i diversi problemi con vittorie e bel gioco. Siamo fiduciosi per il big match, dobbiamo affrontare l’ultima sfida con lucidità approcciando la  delicata prova con adeguata tenuta nervosa e mentale per                                                                                                                                                                     scendere in campo con la sicurezza di fare risultato.

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