Attualità
Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come l’ha trovato: lavoriamo per la pace
Intonando coralmente Bella ciao: sull’onda dell’emozione dettata dal sentimento di un’identità comune, si sono chiusi i lavori del XVII Congresso nazionale dell’ANPI a Riccione. Una 4 giorni entusiasmante, in cui forte è emerso il senso di appartenenza ai valori antifascisti, cemento attorno a cui si sono ritrovati i 373 delegati (su 389) e numerosi ospiti: segretari di partito, dirigenti sindacali, presidenti di associazioni partigiane, dirigenti di grandi e piccole associazioni, personaggi della cultura e dello spettacolo, rappresentanti di associazioni partigiane non italiane e delle istituzioni religiose. Fondata a Roma il 6 giugno 1944 (mentre al Nord imperversavano ancora i combattimenti), dai partecipanti alla Resistenza italiana contro l’occupazione nazifascista della Seconda Guerra Mondiale, il 5 aprile 1945 l’ANPI diviene ente morale. Dal 2006 l’Associazione degli ex partigiani, è aperta a tutti coloro che si riconoscono nei valori della Resistenza e attualmente, conta circa 135.000 iscritti. Aprendo il Congresso, il presidente Gianfranco Pagliarulo, ha ricordato che nello stesso giorno di 78 anni fa, il 24 marzo 1944, i nazifascisti sterminarono 335 persone alle Fosse Ardeatine. E sulla guerra, “che nega il principio dell’autodeterminazione dei popoli, fa precipitare l’Europa sull’orlo di un conflitto globale, impone una logica imperiale che contrasta col nuovo mondo multipolare, porta lutti e devastazioni”, ha ribadito la condanna inappellabile all’invasione russa dell’Ucraina, perché “contrasta con i principi universali di libertà e democrazia che sono anche i fondamenti ideali dell’ANPI”, precisando come “non siano in discussione le violenze imperdonabili, la piena solidarietà al popolo ucraino e il suo diritto alla resistenza, la necessità di un’azione di contrasto al prosieguo della guerra, la preoccupazione e l’allarme per le conseguenze sul piano internazionale di quanto sta accadendo, ma il modo in cui se ne discute”. L’invio di armi, segnerebbe un punto di non ritorno, verso l’allargamento del conflitto e il coinvolgimento diretto del nostro Paese. La corsa agli armamenti ha già portato a due guerre mondiali: occorre fermarsi, dialogare per la pace. La guerra non è inevitabile. Sulle presunte divisioni, ha puntualizzato che nell’ANPI c’è dialettica aperta: “non è una caserma, ma un’associazione plurale in cui c’è democrazia e ne siamo orgogliosi. Forse si cerca di spaccare l’ANPI perché fa paura la sua unità e autonomia”. La politica deve perseguire la pace, lavorando a un nuovo ordine europeo e mondiale, capace di smantellare tensioni, incomprensioni, probabili nuovi conflitti. L’Unione Europea si deve fare “portatrice di una proposta a tutti i Paesi europei non UE per aggiornare i dieci principi fondamentali degli accordi di Helsinki del 1975; stabilire un’ampia zona smilitarizzata e denuclearizzata lungo la fascia di confine fra la Russia e gli altri Paesi; avviare un processo di diminuzione controllata di tutti gli armamenti nucleari, in Europa e nel mondo. Deve promuovere una riforma dell’ONU, restituendogli la sua funzione, oggi drammaticamente assente, di mantenere la pace, la sicurezza internazionale e la composizione dei conflitti. Senza una comune politica estera, non sarà possibile alcuna autonoma politica di difesa”. Col crollo del Muro di Berlino, sono caduti anche i presupposti storico-politici della NATO, di cui, in prospettiva di un sistema di difesa europeo, è ragionevolmente pensabile, una progressiva dismissione”. Sull’emergenza migranti, è necessario che l’Unione europea promuova una vera politica di accoglienza dei profughi non solo ucraini, ma di tutti gli altri Paesi, al di là del colore della pelle, del culto religioso, delle condizioni sociali, dell’etnia. “L’alternativa a queste proposte, è una nuova cortina di ferro, in una nuova guerra fredda, un precipitare dei principi di libertà e democrazia. Noi, che siamo costruttori di pace, abbiamo il dovere di contrastare questa deriva devastante. Questa è la nostra principale resistenza”. Tra i numerosi temi affrontati, la richiesta di una legge elettorale, che rappresenti le proporzioni dei voti alle singole liste, il potenziamento della centralità del Parlamento, nonché il rafforzamento della rete dei corpi intermedi di cui parla l’art. 2 della Costituzione, perché: “la partecipazione popolare e la rappresentanza istituzionale, sono le colonne della democrazia costituzionale, nerbo della vita democratica del nostro Paese”. La pandemia, ampliando disuguaglianze, solitudine, fenomeni depressivi e rifugio nell’irrazionale, ha confermato incoerenze e criticità del Titolo V della Costituzione. L’ANPI si è opposta ai progetti di autonomia differenziata, fautori del divario fra regioni povere e ricche, fra Nord e Sud e di un’ineguale distribuzione dei diritti, fra cui quello alla salute. La crisi sociale (in Italia il salario medio è diminuito del 2.9%), l’aumento dei costi energetici e l’effetto delle sanzioni, possono portare il Paese verso una pesante stagflazione (inflazione e recessione). Richiedono cambiamenti radicali e urgenti, le troppe morti sul lavoro: serve un sistema economico che non veda più le diseguaglianze come un inevitabile tributo allo sviluppo industriale. “I 5 milioni e mezzo di poveri, ci dicono che è giunto il momento di realizzare il dettato costituzionale, dove si afferma che il lavoratore ha diritto a una retribuzione sufficiente per un’esistenza libera e dignitosa, che la donna lavoratrice deve avere gli stessi diritti e le stesse retribuzioni, che la libera iniziativa economica privata, non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Una delle missioni dell’ANPI, come da statuto, è concorrere alla piena attuazione della Costituzione italiana. Rinnoviamo nel nostro Congresso nazionale, questo solenne impegno e questa urgente richiesta alla politica, alle istituzioni, al nostro governo, proprio a partire dal fondamento della Repubblica, dall’art. 1 della Costituzione. Chiediamo che nei fatti sia davvero e finalmente, un’Italia fondata sul lavoro”. “La democrazia è fragile, si può rompere per attacchi esterni o interni e perciò non va solo difesa, ma continuamente alimentata, nelle articolate forme della vita sociale, nella costante conquista di diritti civili e sociali, nella permanente affermazione dei diritti umani. Definiamo questa democrazia antifascista, che vorremmo anima di una società libera e liberata: democrazia progressiva, base ideale di un nuovo umanesimo, di una rinascita”. Ribadendo che le donne, prima che del cielo, rappresentano l’altra potente e concreta metà della terra, Pagliarulo ha confermato l’impegno dell’ANPI sulla questione di genere, priorità fondamentale, poiché per dirla con Lidia Menapace (che ci ha lasciati il 7/12/2020): “è la più grande questione democratica del mondo”, così com’è inderogabile approfondire il tema delle giovani generazioni, con le quali intensificare l’interlocuzione. Durante la serata conclusiva, con Gad Lerner, Laura Gnocchi e Loris Viari, sono stati presentati gli aggiornamenti del Memoriale della Resistenza, Noi Partigiani (www.noipartigiani.it), invitando chiunque ne avesse possibilità, a raccogliere le testimonianze di partigiani ancora in vita. È stato proiettato il docu-film Bella Ciao – Song of rebellion, patrocinato dall’ANPI nazionale, alla presenza del produttore di Ala Bianca Group srl, Tony Verona e messo a disposizione di chi vorrà promulgarlo. Constatato come il Congresso abbia promosso un appassionato e civile confronto, nel quale hanno preso la parola 125 delegati, focalizzando gli interventi in particolare sugli artt.: 1, 11, 37, nonché sulla XII Disposizione transitoria e finale (divieto di riorganizzazione del partito fascista), sul titolo V, sulle diseguaglianze, sulla mafia, sulla memoria, sulla sicurezza, sul futuro, Pagliarulo ha lanciato una serie di riflessioni su come la crisi ucraina condizionerà o stia già condizionando, i meccanismi democratici, quelli sociali, la vita quotidiana, le emozioni, le paure, oltre all’economia. Quanto potrà condizionare il futuro è ancora prematuro saperlo. Bisogna camminare a vista, “seguendo un chiarissimo punto di riferimento. Lo abbiamo scritto in questo congresso. Andiamo dove ci porta la Costituzione. Questa è la luce che ci orienta nel buio, perché ci consegna non solo lo scrigno dei valori, ma anche la cassetta degli attrezzi: princìpi, metodi, obiettivi, regole, tutto ciò che rinvia alle parole chiave della Costituzione, che mai come oggi, avremmo pensato essere così decisive: libertà, democrazia, uguaglianza, solidarietà, lavoro, pace”. Ed è alla pace, alla ripresa del Paese e all’unità democratica, che quest’anno sarà dedicato Il 25 aprile. L’ANPI ha un sito sulla sua attività (www.anpi.it), un quindicinale, Patria Indipendente, dal 2015 on line (https://www.patriaindipendente.it), è sui social (Facebook, Twitter, Instagram) e ha una linea editoriale, I libri di Bulow.
Attualità
Educare alla parità di genere – tra pari”, domani la presentazione del progetto presso la Sala Conferenze del Palazzo degli Uffici
L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino venerdì 22 novembre 2024 alle ore 10,30 presso la sala Conferenze del Palazzo degli Uffici presenta un progetto che si rivolge agli studenti della scuola secondaria di II grado per Educare alla parità attraverso l’ innovazione didattica, dal titolo “Educare alla parità di genere – tra pari”.
Il progetto didattico “Educare alla parità di genere – tra pari” presentato dalla dott.ssa Rossella Schiavo, responsabile del Centro Antiviolenza ANANKE dell’Ambito Territoriale A1 con sede ad Ariano, ha lo scopo di prevenire atti di violenza contro le donne attraverso percorsi educativi e formativi destinati alle studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Ariano in via sperimentale e nella forma di ricerca – azione.
Il progetto prevede di coinvolgere un numero di studenti delle classi terze e dopo la formazione essi stessi opereranno nei gruppi di studenti del proprio istituto secondo il modello didattico “pear to pear”.
L’iniziativa nasce dall’intesa tra gli Assessorati all’istruzione e alle Politiche Sociali, l’Azienda Speciale consortile per le politiche sociali dell’Ambito Territoriale A1 e le scuole superiori di Ariano. Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso alle altre scuole del territorio.
Dopo i saluti di:
Enrico Franza
Sindaco di Ariano Irpino
Laura Cervinaro
Consigliera Provinciale
Augusto Morella
Presidente Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali Provincia di Avellino n. A1
Pasqualino Molinario
Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ariano Irpino
Grazia Vallone
Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Ariano Irpino
Interverranno:
Rossella Schiavo
Psicologa – Azienda speciale consortile Avellino A1 – Sportello “Ananke”
Tiziana Aragiusto
Dirigente Scolastica, reggente ISS “De Gruttola”
Massimiliano Bosco
Dirigente Scolastico, ISS “Ruggero II”
Giovanni Mingione
Dirigente Scolastico, reggente Liceo “P. P. Parzanese”
Interventi degli studenti
Attualità
Rsu Ispettorato del Lavoro: solidarietà alle colleghe aggredite a Sirignano, necessario garantire sicurezza dei dipendenti
La Rappresentanza sindacale unitaria dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, composta da Mario D’Andrea, Carminantonio Vacchiano e
Maria Luisa Candela, nell’esprimere piena solidarietà alle due colleghe aggredite nei giorni scorsi in un’attività commerciale di Sirignano, mentre svolgevano il proprio lavoro, approfittando della presenza in città di alti dirigenti dell’ente, giunti appositamente presso la sede dell’ufficio per manifestare la vicinanza dell’amministrazione per quanto successo e approfondire la vicenda, ha avuto un confronto con il direttore centrale Vigilanza e Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato nazionale, dott. Aniello Pisanti, con il direttore interregionale Inl, dott. Giuseppe Patania, e con il direttore dell’Ispettorato territoriale di Avellino, dott. Francesco Damiani, che nella mattinata di ieri si sono incontrati, a Palazzo di governo, con il Prefetto, Rossana Riflesso.
L’intento della Rsu è individuare soluzioni idonee a gestire una situazione che ormai sta diventando insostenibile per gli ispettori che quotidianamente, nello svolgere le proprie mansioni, si imbattono in situazioni rischiose, diventando nei fatti lo sfogatoio di tensioni sociali, ma anche i destinatari di atteggiamenti e comportamenti incivili e aggressivi, da parte di alcuni degli utenti sottoposti a controlli.
Per quanto ci riguarda, abbiamo quindi chiesto maggiore attenzione e tutela anche per il personale adibito al front office, che costantemente deve rapportarsi con il malcontento dell’utenza, che non di rado degenera in invettive e minacce all’indirizzo degli addetti.
Da parte dei tre dirigenti abbiamo registrato ampia disponibilità a recepire le nostre osservazioni e ad intrattenere un confronto costante, in un’ottica di collaborazione costruttiva, nell’interesse esclusivo dei dipendenti degli uffici, in modo che possano svolgere le proprie funzioni istituzionali nella massima tranquillità.
Venendo al grave espisodio occorso alle colleghe, l’altro giorno, quando le due ispettrici del lavoro si sono presentate e qualificate all’atto dell’accesso ispettivo, il titolare della ditta ha reagito con violenza contro una di loro, strattonandola con forza mentre stava procedendo all’identificazione di una lavoratrice, impedendole di raccoglierne le dichiarazioni, in modo da agevolarne l’allontanamento, anche su energico invito della madre di quest’ultimo, presente nel negozio. Nonostante le ispettrici abbiano immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri della stazione di Baiano, tramite il 112, che sono sopraggiunti in loco, il titolare della ditta e i suoi congiunti hanno ripetutamente oltraggiato e aggredito verbalmente le ispettrici del lavoro, rovesciando persino il tavolo sul quale stavano redigendo il verbale, colpendo così ad una mano una delle colleghe, procurandole una frattura ad un dito. Si è pertanto reso necessario l’intervento dei sanitari, anche a causa di un malore accusato dall’ispettrice colpita, a seguito della situazione, e il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, dove i medici hanno riscontrato la frattura alla mano e un innalzamento della pressione arteriosa, con una prognosi di 25 giorni.
A seguito di quanto è successo, ci è stato riferito che sarà convocato, in tempi brevi, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto all’attività ispettiva, in termini di forze dell’ordine.
Attualità
La lega marcia, mentre l’opposizione tace sulla Questione Meridionale e sul referendum
La Corte Costituzionale ha assestato un duro colpo alla legge 86/2024 targata Calderoli, ha cassato sette commi e indicato cinque prescrizioni a cui attenersi per riscrivere il testo. La casa è abbattuta ma non polverizzata, e Calderoli è ben determinato a modificare la legge in parlamento. I rilievi della Consulta sono chiari: non si possono trasferire intere materie ma solo specifiche funzioni, la richiesta va motivata e sempre che lo Stato Centrale non sia in grado di svolgere questa funzione nel rispetto del principio di sussidiarietà; la delega al governo per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non può essere generica; i LEP non possono essere definiti e rivisti con DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri); deve essere eliminato il criterio della spesa storica e le regioni sono obbligate a rispettare il patto di stabilità al fine di prevenire inefficienze di sistema e la crescita della spesa pubblica; il parlamento non può solo ratificare le intese, fra il governo e le regioni, ma deve approvarle e rinviarle per un nuovo esame. Le opposizioni esultano, manca, però, un’azione volta a rimettere al centro dell’agenda politica la Questione meridionale, causa ed effetto delle disuguaglianze tra le due aree del paese. Né l’opposizione ha riaffermato la necessità che il referendum, richiesto da oltre 1,2 milioni di cittadini, sia celebrato, in tal modo, si impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico sul regionalismo differenziato, sin ad ora, svolto solo nelle sedi istituzionali oppure nelle segrete stanze. In tal modo il silenzio dell’opposizione rafforza la proposta del governo Meloni di ritenere oramai inutile il referendum e non pongono in campo l’offensiva per spazzare via lo Spacca Italia.
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