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Osservando il cielo di dicembre, le Geminidi e la cometa Leonard

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Michele Zarrella

In queste sere è possibile ammirare le costellazioni di fine autunno che col cielo terso fanno ricordare le luci natalizie, che sembrano essersi spostate lassù. La costellazione di Orione, il cacciatore, è la più splendente e campeggia nel firmamento. Con un po’ di fantasia, ricorda la forma di una immensa clessidra inclinata con le tre stelle centrali incorniciate nel rettangolo formato dalle quattro stelle intorno. La parte centrale è costituita da tre stelle quasi allineate. Esse costituiscono la cosiddetta cintura con, dal basso verso l’alto, Alnitak (la «guaina») che dista 820 anni luce, Alnilam 1340 anni luce e Mintaka, 915 anni luce. Un anno luce equivale alla distanza percorsa da un fotone in un anno e cioè 9460 miliardi di chilometri, essendo la velocità della luce, c, pari a 299.792.458 metri al secondo, ma è usanza dire 300.000 km/s, perché più facile da memorizzare. Penso a quello che ha detto Einstein: nell’Universo nulla è più veloce della luce, però, mi dico: il mio pensiero sì. E sorrido. Quello che noi vediamo è un asterismo, cioè una figura che ci appare su uno stesso piano, ma le stelle in effetti sono molto distanti fra loro e non vicino come a noi sembra. I nostri occhi non riescono ad apprezzare le grandi distanze in profondità, ma solo le distanze angolari. Alla cintura è appesa la Spada del Cacciatore. Guardare col telescopio, ma anche con un buon binocolo nei dintorni della “spada”, significa guardare uno degli spettacoli più emozionanti del cielo: la Grande Nebulosa di Orione. Intorno a Alnitak vi è la bellissima nebulosa detta Testa di Cavallo per la sua caratteristica forma.

Immagine tratta da Internet

Benché abbia visto Orione migliaia di volte, ogni volta che la osservo mi sorprende, suscitando in me meraviglia, piacere e stupore. E vederla la sera quando vado a fare una piccola passeggiata nel buio, è sempre una grande emozione come quando torni da chi ami. Guardando Orione ne leggo le coordinate e mi posiziono nell’Universo sentendo la mia appartenenza ad esso. Una sensazione di legame, di appartenenza a questa immensità mi pervade. È importante capire dove siamo e cosa sta succedendo. Allora, automaticamente mi son messo a completare il posizionamento: prolungando verso l’alto la retta che congiunge la cosiddetta cintura di Orione, cioè le tre stelle centrali – secondo la cui disposizione sarebbero state costruite le tre piramidi di Giza in Egitto –, ho riconosciuto Aldebaran, la stella arancione più luminosa del Toro, detta anche l’Occhio del Toro, che dista 66,64 anni luce.

Immagine tratta da Internet

Nella stessa direzione, nella stessa zona di cielo, ma molto più distanti, a 151 anni luce, ci sono le Iadi, che si allontanano ad una velocità di circa 46 km/s – perché, secondo la teoria del Big Bang, l’Universo è in espansione. L’immensa lontananza di entrambe fanno sembrare Albebaran e le Iadivicine e un tutt’uno. Ma non è così: la realtà non è come appare. Per un attimo mi soffermo a riflettere sulla fallacia dei nostri sensi. E sulla fallacia delle teorie basate su di essi, come la teoria aristotelica-tolemaica dominatrice – in regime pressoché totalitario – per circa 18 secoli che poneva la Terra al centro dell’Universo e il resto – per quanto fosse molto esteso– finito, chiuso dal cielo delle stelle fisse, inalterabile, perenne e incorruttibile perché fatto di etere: una quintessenza pura, luminosa e trasparente –, ma che nel 1887 con il famoso esperimento Michelson-Morley, fu dimostrato che non esiste. Riconosciuta la costellazione del Toro con lo sguardo mi sposto sulle bellissime Pleiadi, che si trovano a 441 anni luce: una distanza relativamente breve nell’immensità dell’Universo. L’occhio umano vede le cosiddette Sette sorelle come se fossero tutte alla stessa distanza, ma in realtà è un ammasso di centinaia di milioni di stelle e molto distanti fra loro. La sola Via Lattea ha un diametro di circa 100.000 anni luce. E la nostra galassia è una delle centinaia di miliardi di galassie che si stimano oggi. Ecco, così, con questi riferimenti mi posiziono e mi sento a casa. Il freddo è pungente ma la visione è appagante. A sud ovest tramontano le costellazioni della Lira con la sua stella più luminosa Vega del Cigno con la brillante Deneb (La Coda), ad ovest il Sagittario, il Capricorno, e l’Acquario impreziositi dai luminosi Venere, Saturno e Giove. Sopra la testa, al centro della volta celeste, allo zenit, ci sono Perseo e Auriga con la brillante Capella. Ad est è sorto il Cancro e già si vede la testa del Leone; più tardi sorgerà Boote con la sua stella più brillante: Arturo. Prolungando la cintura di Orione verso sud est, si incontra la stella più luminosa del firmamento: Sirio del Cane Maggiore. Poi congiungendo la stella che forma la spalla sinistra del Cacciatore con Betelgeuse, che rappresenta la spalla destra, mi porto su Procione, la stella più luminosa del Cane Minore. Procione insieme a Betelgeuse e Sirio formano il Triangolo invernale. I piedi di Orione sono Shaiph (piede destro) e Rigel, la più splendente di colore tendente al blu. Prolungando la retta che congiunge Rigel con Betelgeuse incontro i Gemelli. Nella notte fra il 13 e il 14 sarà possibile ammirare il magnifico spettacolo delle Geminidi, le stelle cadenti invernali, guardano proprio verso i Gemelli. Lo sciame meteorico delle Geminidi è determinato da un asteroide a differenza di quello estivo, che è determinato da una cometa. Il 12 dicembre la cometa C/2021 A1 Leonard raggiungerà il punto più vicino alla Terra, e sarà visibile ad occhio nudo perché dovrebbe – con le comete è d’obbligo il condizionale – raggiungere la quarta magnitudine. Comunque è consigliabile guardarla con un binocolo o con un telescopio. Nelle sere dal 6 a 9 ammirate l’elegante sfilata di una Luna crescente con Venere, Saturno e Giove. Infine il 21 dicembre alle ore 16.00 avremo il solstizio d’inverno: la notte più lunga dell’anno.Dal latino solstitium: Sole immobile, stazionario, perché il suo abbassamento si arresta progressivamente per poi invertire il moto e ridarci giornate sempre più lunghe. Buona visione.

Michele Zarrella

Presidente di Astronomia Moderna

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Antonio Bianco:”Cara Meloni, senza il Meridione l’Italia non sarà più forte, coesa e competitiva”

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Il divario socio economico tra il Nord ed il Sud, mai colmato, penalizza la produttività del paese ed incide negativamente sul Pil. L’Italia è in grave ritardo nelle politiche di coesione, l’Ue lo mette nero su bianco: nel meridione risiede 1/3 della popolazione che incide solo per 1/5 sul Pil nazionale. L’approvazione del regionalismo differenziato rischia di lasciare invariate ed irreversibili gli squilibri e le sperequazioni esistenti nelle due aree del paese. Lamancata approvazione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) e l’assenza di risorse finanziare destinate nei capitoli della legge di bilancio necessarie a renderli operativi, contraddice la narrazione della Meloni sul fatto che la riforma renderà il paese più forte, coeso e competitivo. I LEP sono la condizione minima affinché ogni italiano, al di là del CAP di residenza, possa godere di identici diritti di lavoro, di studio e di assistenza sanitaria. Secondo le previsioni di Adriano Giannola, presidente dello Svimez, per avviare la riunificazione sostanziale del paeseoccorrerebbero non meno di 100 miliardi da spalmare in dieci anni. La migrazione dei meridionali dovrebbe essere una scelta volontaria, ogni persona dovrebbe poterrealizzare i propri sogni nei territori natii, vicino ai propri affetti, senza reputarsi uno straniero in patria. 

Le chiacchiere stanno a zero, contano i fatti ed i soldi per far sì che, il Meridione, l’area più povera e sottosviluppata dell’UE, non sia utilizzato unicamente per battere cassa a Bruxelles ed ottenere l’assegnazione dei circa 200 miliardi del PNRR. È parte integrante del territorio italiano e i soldi vanno spesi per le infrastrutture indispensabili a sostenere le sfide della globalizzazione dei mercati. Il PNRR è una grande opportunità per riunificare il paese, le risorse finanziarie non possono essere prevalentemente dirottate verso il Centro-Nord, in tal modo si rende il Sud un’area soggetta a massiccia migrazione e, nel contempo, si danneggia l’intera economia del paese.

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Trattamento sulle Cardiopatie Congenite – “Focus On” al Frangipane di Ariano

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Grande successo per il primo Focus On sul trattamento delle Cardiopatie Congenite che è tenuto presso la Sala Riunioni del Centro di Cardiologia Interventistica dell’UOC Cardiologia del PO Frangipane-Bellizzi di Ariano Irpino.

Il Centro, tecnologicamente all’avanguardia, fortemente voluto dal Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Avellino, Dott. Mario Nicola Vittorio Ferrante, e diretto dal Dott. Vittorio Ambrosini, ha eseguito in 20 giorni dalla sua inaugurazione oltre 80 procedure, tra angiocoronarografie ed angioplastiche coronariche di cui numerose per trattamento di Sindromi Coronariche Acute (Infarto del miocardio).

Alla presenza di numerosi Cardiologi, il Professor Eustaquio Onorato, dell’Istituto di Ricerca Universitaria Galeazzi di Milano, ha relazionato sullo “Stato dell’arte nel trattamento percutaneo delle Cardiopatie Congenite”.

Nel corso della seduta sono stati eseguiti, con pieno successo, numerosi interventi di chiusura percutanea di vizi cardiaci congeniti, con tecniche percutanee mininvasive tra cui monitoraggio ecocardiografico intracardiaco, in pazienti di età compresa dai 20 ai 52 anni, provenienti sia dal territorio che da fuori regione.

Un altro importante traguardo dell’Ospedale Frangipane-Bellizzi di Ariano Irpino che risponde con efficacia e qualità alla crescente domanda di sanità dei cittadini, offrendo con la Cardiologia Interventistica un servizio di primaria necessità ad altissima qualità.

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Salvini e Meloni esultano: l’Italia è dis-fatta per legge

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Il parlamento ha approvato il regionalismo differenziato (lo spacca Italia), è sancito dalla legge, ed è la prima volta, che 20 milioni di meridionali godranno dei diritti di cittadinanza ridotti rispetto al resto d’Italia. Siamo figli di un Dio minore, la razza maledetta destinata a migrare per trovare lavoro e curarsi, con il reddito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. Nessuno di noi potrà dire che non sapeva! Sbarriamo gli occhi increduli vedendo i leghisti e la destra, capeggiata dalla Meloni, sventolare i vessilli della Padania in parlamento dopo l’approvazione della legge. L’opera è compiuta, l’Italia è dis-fatta per legge. Tutto ciò è accaduto sotto i nostri occhi mentre si curava il proprio orticello o recinto elettorale mentre la TV di Stato, finanziata anche con i soldi dei meridionali, faceva la sua parte fornendo scarne notizie sul regionalismo differenziato, senza che facesse comprendere la portata epocale della riforma che, rende irreversibili le disuguaglianze già esistenti tra le due aree del paese. Ora è tempo di scendere in campo, non hanno importanza i vessilli, le bandiere di partito, le etichetta, va proposto il referendum abrogativo e De Luca deve intestarsi questa rivolta di popolo che userà gli strumenti messi a disposizione dalla Costituzione. Non possiamo rimanere inermi, la chiesa e l’UE temono il collasso del meridione con possibili riverberi sull’intera Europa, Lo scellerato scambio tra regionalismo differenziato, targato Lega, e il premierato, proposto dalla Meloni, rompe l’unità e la coesione della nazione, il parlamento sarà il servo sciocca nelle mani del premier eletto dal popolo.  

È ora di svegliarsi, nessuno potrà dire che non sapeva. 

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