Attualità
PANDEMIA COVID – I VACCINI E LA PAURA
In Italia le dosi di vaccino consegnate sono 7.207.990, le dosi somministrate 6.287.009, le persone vaccinate 1.883.632 (il 3,6% della popolazione). Vale a dire: 10.541,3 ogni 100 mila persone.
In Campania 581.315 dosi consegnate; 556.633 le dosi somministrate; 177.276 le persone vaccinate. In percentuale 9.744,2 persone ogni 100 mila abitanti.
Il Coronavirus ha fatto sparire un pezzo di Sanità: rispetto a un anno fa sono saltate una diagnosi su dieci, un terzo delle visite specialistiche e un quarto delle richieste di esami diagnostici. Come uno tsunami prima il prolungato lockdown e poi la paura di contagiarsi ha spinto milioni di italiani a non curarsi. Le malattie potrebbero aggravarsi e le diagnosi arrivare tardi.
Nel marzo 2020 erano state le mascherine a diventare improvvisamente il simbolo del declino dell’Occidente. Difficile dimenticare l’immagine di funzionari/ministri piuttosto che capi di governo europei in attesa dei cargo con il prezioso carico di materiali per difendersi dal Covid-19.
In questo primo scorcio del 2021, il vaccino è assurto a unità di misura della potenza geopolitica. Chi lo sviluppa, chi lo produce, chi lo acquista. Chi è truffato.
Dopo la prima dose dei vaccini in corso di somministrazione contro il SARS-CoV-2, i fastidi potenzialmente connessi alla seconda iniezione: brividi, qualche linea di febbre, mal di testa, nausea, dolore al braccio. Fenomeni,passeggeri e senza conseguenze, ai quali sembrano più esposti i giovani. I ricercatori non sono sorpresi da questi effetti. L’organismo impara a riconoscere il coronavirus come nemico, quindi ha una spinta finalizzata a garantire una protezione maggiore e più duratura.
Sempre che il vaccino non si riveli inutile rispetto alle ‘’varianti’’.
Sentiamo parlare di rapporto beneficio/rischio.
Le informazioni contraddittorie di un anno fa si ripetono sul marchio dei vaccini, ‘autorizzati’ o autorizzabili. La stampa, oltre a informare, amplifica sin quasi a demolire posizioni.
Immaginiamo coloro che hanno ricevuto la convocazione a vaccinarsi: i timori, la non-scelta di questo o quel vaccino.
Tiene banco, in queste ultime ore, il vaccino AstraZeneca e gli effetti collaterali.
Non ribadiamo i casi di decesso a seguito somministrazione. Preferiamo attendere l’esito delle indagini, anche autoptiche, per conoscere la /le causa/e. Su oltre 5 milioni di dosi AstraZeneca, i casi in cui si sono registrati effetti gravi risultano essere 30.
Nel Regno Unito 23 milioni di dosi somministrate, 375 decessi.
Gli specialisti dichiarano che gli effetti, in generale, riscontrati sinora nelle persone vaccinate, rientrano tra quelli osservati negli studi clinici. L’organismo umano, ci è dato sapere, ha enorme variabilità individuale nel rispondere a stimoli infiammatori.
Nella maggioranza dei vaccinati (la seconda è prevista dopo 80 giorni) i fenomeni riscontrati più frequentemente sono: astenia, lieve indolenzimento nel punto di inoculazione, cefalea, modico rialzo febbrile e spossatezza. E’ l’unico al momento a evitare, nel 100% dei casi, forme gravi di Covid, ospedalizzazioni e potenzialmente morte.
Il lotto AstraZeneca ‘’in discussione’’ è siglato ABV2856. Ne è stato disposto il ritiro. Anche in Campania è stato utilizzato: nessun evento avverso risulta registrato.
Va detto che la fornitura sotto esame e sospesa in alcuni Paesi Ue, è diversa da quella italiana; ha codice ABV5300, che potrebbe essere collegata ma ancora non si sa come, alle morti e alle reazioni avverse sospette. E’ stata distribuita in 17 Stati, non in Italia (pare..).
Tra coloro che hanno ricevuto i vaccini Pfizer e Moderna, un terzo (circa) ha manifestato dolori muscolari e/o febbre ma si è trattato di sintomi di breve durata, variabili da soggetto a soggetto.
La Sapienza di Roma e il Policlinico Umberto I sono impegnati nel monitoraggio clinico e immunologico di tutti i soggetti sottoposti a vaccinazione anti-SARS-CoV-2. Vengono studiati circa diecimila soggetti con lo scopo di valutare la risposta anticorpale nei vaccinati e di analizzare le associazioni del tipo di risposta con variabili importanti come l’età, il sesso, la presenza di comorbilità o comorbidità(coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo) e le condizioni socioeconomiche.
Verranno registrati gli eventi avversi dopo la vaccinazione. Lo scopo è valutare in tutti i soggetti la quantità e qualità della risposta immunitaria anti-Spike indotta dalla vaccinazione e di seguire contemporaneamente la dinamica dell’eventuale infezione e l’efficacia protettiva del vaccino. Tutti i soggetti verranno valutati anche a distanza di 6 e 12 mesi dall’inizio della vaccinazione.
L’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione, si occuperà, nel caso di infezione dopo vaccinazione, della ricerca delle possibili varianti virali.
In questa prima fase di utilizzo vaccini contro il Coronavirus, ricordiamo le ridotte quantità di dosi fornite all’Italia, alla Campania. Talmente ridotte da far temere la terza ondata, la quarta, quasi avessimo a che fare con talebani arrabbiati!
Un ricercatore che si occupa di accesso ai farmaci ha spiegato che i giganti farmaceutici sono in ritardo. Nella corsa al vaccino contro il Coronavirus sono stati battuti sul tempo da aziende di biotecnologia come Moderna e BioNTech. E questo ha avuto un impatto notevole sulla quantità di dosi immediatamente disponibili.
I tre maggiori produttori di vaccini al mondo sono GlaxoSmithKline, Merck e Sanofi. La Merck (New Jersey), ha recentemente deciso di abbandonare completamente il suo programma di sviluppo del vaccino. La francese Sanofi e la britannica GSK devono rifare una fase di sperimentazione, dopo un errore nel dosaggio. Viene definito il più grande fallimento nel modello di business del settore di dare la priorità alle esigenze di salute pubblica».
Le tre aziende, insieme a Pfizer, nel 2020 hanno dominato il mercato dei vaccini, con quelli per influenza, polmonite, HPV e fuoco di Sant’Antonio. Nello stesso anno, non appena è scoppiata la pandemia, hanno investito in ricerca per produrre un vaccino contro il Covid-19.
Ma al momento solo Pfizer c’è riuscita, e lo ha fatto grazie alla partnership con la tedesca BioNTech che – al pari di Moderna e Novavax– non è una big del mondo farmaceutico, ma un’azienda che si occupa di biotecnologie.
Pfizer, grazie a BioNTech, è riuscita a non perdere il treno del vaccino più importante degli ultimi anni. E quest’anno triplicherà le sue entrate alla voce vaccini. Così per le altre aziende biotecnologiche. Con sbalzi in alto in Borsa.
La tecnologia ha consentito di utilizzare l’RNA messaggero (o mRNA), senza inoculare un virus. E’ la prima volta che si parla di vaccino a mRNA; la pandemia ha cambiato tutto, anche i tempi di verifica.
Il vaccino Sanofi/GSK (del quale l’Italia aveva opzionato 40 milioni di dosi) è invece in ritardo di circa sei mesi sulla tabella di marcia, dopo che ai partecipanti al trial clinico è stata erroneamente somministrata una dose meno concentrata.
Al di là di come andrà a finire questa storia, che comunque sembra solo all’inizio, il mercato dei vaccini sta andando verso una nuova fase, in cui la tecnologia mRNA sembra pronta a prendersi la scena. Anche i big farmaceutici se ne sono accorti, intensificando le loro collaborazioni con aziende biotecnologiche o investendo in biotecnologia. Sanofi ha ampliato la sua partnership con Translate Bio, GSK con la biotech tedesca CureVac: in entrambi i casi c’è l’idea di produrre un vaccino a RNA messaggero che combatta il Covid-19. E allora è molto probabile che nel 2022 i vaccini a mRNAcontro il Coronavirus e le sue varianti siano i più diffusi. E la carenza di dosi potrebbe essere solo un ricordo. Ma molto in là nel tempo..
Si è parlato, negli ultimi giorni del vaccinoGRAd-COV2 (definito ‘italiano’) della ReiThera. Azienda italo-svizzera. Un vaccino in fase di sperimentazione, vaccino ‘’sicuro’’ e che induce una risposta immunitaria robusta. Questo emerge dai dati della fase 1 della sperimentazione clinica. Basta una sola dose. Si basa su un adenovirus di gorilla, costruito in modo da non replicarsi nell’organismo. Serve da vettore, ‘’trasporta’’ una sequenza di codice genetico che provoca la reazione del nostro sistema immunitario e lo spinge a sviluppare degli anticorpi.
Qualche giorno fa abbiamo telefonato al numero 0825-203960, Ospedale Moscati di Avellino, per comunicare la volontà di partecipare alla sperimentazione del vaccino ReiThera. Si è in attesa di contatto.
Anche AstraZeneca utilizza adenovirus di scimpanzé.
Questi adenovirus offrono il vantaggio che il nostro sistema immunitario non li riconosce subito e quindi il vaccino ha il tempo di fare il suo lavoro. Anche il vaccino Jansen (cioè Johnson&Johnson) è preannunciato in dose unica.
Abbiamo dimenticato gli effetti delle influenze stagionali e dei vaccini. Abbiamo dimenticato di vivere. Ce la faremo?
Attualità
Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia
La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.
Attualità
Avanti tutta con il referendum abrogativo
Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.
Attualità
Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro
Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”
“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.
La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.
La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.
“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.
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