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Politica – Bonaccini il Giano bifronte

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Di Antonio Bianco

Bonaccini ha vinto e mette nell’angolo la politica xenofoba e antimeridionale del riparatore dei citofoni, il leghista Salvini. In un’intervista, richiama la Costituzione e la lotta al nazifascismo, in risposta alla proposta di Calderoli di istituire per il 26 gennaio la festa di Liberazione dell’Emilia Romagna dal comunismo, dichiarazione fatta in previsione della probabile vittoria della Bergonzoni, candidata del centro-destra. Parole chiare con le quali mette al centro del dibattito politico la centralità dell’Unità e della Coesione Nazionale, principi indissolubili, coniugati con l’equità e la solidarietà propri di una comunità civile.

Bonaccini, il difensore della Costituzione, si contrappone al populismo di Salvini ed al “frantuma Italia”? Si opporrà ai progetti di Autonomia Regionale Differenziata proposti dal Veneto e dalla Lombardia? È consapevole che tali progetti cristallizzerebbero le differenze socio-economiche, già oggi esistenti, tra il Mezzogiorno povero ed il Nord ricco?

A ben riflettere, Bonaccini è il Giano bifronte.

È noto che l’Emilia Romagna ha presentato il progetto di Regionalismo Differenziato con l’attribuzione della competenza esclusiva di 15 delle materie indicate dagli articoli 116 e 117 della Costituzione, fatto che equipara tale scelta politica a quella delle Regioni Veneto e Lombardia, a guida leghista.

La devoluzione di tali materie garantirebbe alla Regione Emilia Romagna maggiori risorse finanziarie sottratte allo Stato Centrale e non più destinate alla perequazione dei territori del Mezzogiorno ed alle Isole, a minore capacità fiscale.

Pur sapendo tutto ciò, Bonaccini, il difensore della Costituzione, chiede a gran voce che il Parlamento discuta il progetto di Regionalismo Differenziato avanzato dall’ Emilia Romagna. Condivide il progetto della Lega di Salvini della coesistenza di due Paesi e due misure, rafforza la discriminazione nei confronti di 20 milioni di cittadini residenti nel Sud.

Sig. Bonaccini, lo sa che la sua richiesta di Autonomia Regionale Differenziata è contraria al principio di uguaglianza dei cittadini? Questo lei ben lo sa, né ha alcun interesse a rimuovere il divario tra il Nord ricco ed il Sud colonia dalla quale estrarre risorse umane ed economiche. Bonaccini, il Mezzogiorno rivendica i diritti previsti dalla Costituzione, senza distinzione, così come accade per i cittadini della sua Regione. Lo ricordi, siamo italiani.

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Liste di attesa: i soliti proclami

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Il governo Meloni agli inizi dell’estate scorsa sbandierò (vedi il mio articolo pubblicato da “Il Confronto, Rivista on line) ai quattro venti il programma con il quale avrebbe ridotto, in tempi rapidi, le liste di attesa. L’allarme è lanciato dalpresidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, il quale mette a fuoco il ritardo nell’approvazione dei decreti attuativi previsti dal DL 73/2024 sulle liste d’attesa, convertito dalla Legge 107/2024″. Sin ad ora, è stato adottato solo 1 dei 6 decreti attuativi. La riforma prevede un’integrazione del Cup delle strutture pubbliche con quelle accreditare dal SSR per migliorare le prenotazioni e l’offerta agli utenti, ed una nuova metodologia per individuare il fabbisogno reale del personale,passaggio fondamentale per le assunzioni, decreti ancora di là da venire. A fronte di tanti proclami estivi, non si comprende come potrebbero essere azzerate le liste di attesa se mancano circa 4 mila medici di Medicina di Emergenza-Urgenza (MEU). Circa 1033 medici hanno lasciato i PS, 467 nuovi ingressi coprono appena il 45% di medici dedicati a questo reparto. Per coprire i turni si è provveduto all’utilizzo di medici di altri reparti (29%), contratti atipici (54%), specializzandi di emergenza urgenza (32%), cooperative (28%), i medici non MEU comandati dalla direzione (20%). La tragica realtà è sotto i nostri occhi, il Tribunale dei diritti del malato ha denunciato che almeno 300 mila persone hanno atteso 3 giorni prima di avere un posto letto. L’amarezza delle parole del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sono rilanciate dall’Agenzia Ansa: “le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società”, (Redazione Ansa, 29 gennaio 2025).

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Marco La Carità nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania in quota Forza Italia

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Napoli, 30 gennaio 2025 – Marco La Carità, Consigliere Comunale di Ariano Irpino, è stato nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania, incarico di rilievo all’interno dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

La nomina, firmata dal Presidente Carlo Marino, si inserisce in un’ottica di rafforzamento della governance dell’ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire un maggiore coinvolgimento nella fase istruttoria e operativa dell’Associazione.

Marco La Carità assumerà questo ruolo in quota Forza Italia, rappresentando il partito all’interno dell’organo esecutivo regionale. La sua esperienza amministrativa e il suo impegno politico saranno fondamentali per affrontare le sfide dei Comuni campani e promuovere soluzioni efficaci per il territorio.

“Sono onorato di questa nomina e pronto a mettere a disposizione le mie competenze per supportare i Comuni della nostra Regione”, ha dichiarato La Carità.

Forza Italia conferma così la sua presenza attiva in ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire una rappresentanza forte e incisiva per gli amministratori locali.

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GAP Nord – Sud e Regionalismo Differenziato

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A Cercola, in provincia di Napoli, prosegue il dibattito di Città Futura, ubicata in C.so Domenico Ricciardi 261, sul rilancio della Questione Meridionale e delle sperequazioni tra le due aree del paese.  All’incontro di domenica 2 febbraio 2025 alle ore 11,00 parteciperà il Senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana, il Consigliere Comunale di Città Futura Marco Picardi, il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese e il giornalista e saggista Salvatore Lucchese, Direttore Responsabile della rivista laica e progressista “Meridione/Meridiani”

il Sud ha avuto, negli ultimi due anni, una crescita del PIL superiore al Nord ma, in realtà, i meridionali vivono con il reddito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. Hanno servizi pubblici inadeguati, molto costosi, poco frequenti, in particolar modo in provincia, scarsamente calibrati ai bisogni che li costringe a rivolgersi al privato. Inoltre la crescita dell’occupazione al Sud, così come ha ribadito lo Svimez, è basata sul lavoro “cosiddetto povero” con un salario da part time ma, che, in realtà, impegna il lavoratore full time senza la possibilità di un progetto di vita futura e privo di sufficienti garanzie per la sua incolumità psico-fisica.  

Siete tutti invitati

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