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Polo Enologico, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Provincia: sospesa l’esecutivtà della sentenza del Tar di Salerno

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La Quinta Sezione del Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare della Provincia di Avellino per la riforma della sentenza breve del Tar di Salerno, concernente la gara per la realizzazione del Polo Enologico della Città di Abellinum e della Bassa Valle del Sabato.

Con propria ordinanza, il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecutività della sentenza impugnata.

Soddisfatto il presidente Domenico Gambacorta, che sottolinea: “Non abbiamo mai voluto scavalcare nessuno. Il nostro obiettivo è realizzare il Polo Enologico di Eccellenza, di cui beneficerà la città e l’intero territorio irpino. La Provincia ha messo in campo un investimento pari a 8 milioni di euro di fondi di bilancio, che consentirà di attivare la laurea magistrale e di ospitare corsi di dottorato di ricerca. Il progetto prevede il completamento del restauro dell’edificio centrale lungo viale Italia da destinare a laboratori di ricerca, il recupero dell’edificio Ovest lungo viale Italia che diventerà un museo multimediale e dell’enoteca regionale, con locali conto terzi per servizi di analisi e ricerca di supporto alle aziende locali della filiera del vino, laboratori di ricerca ed aule docenti, la costruzione di un nuovo corpo da utilizzare come aula magna, sala convegni e seminari didattici, nonché a centro sperimentale di micro-vinificazione”.

“L’Amministrazione Provinciale di Avellino – spiega l’avvocato Vincenzo Barrasso, che ha rappresentato l’ente davanti al Consiglio di Stato – è stata costretta a difendersi in quanto ha subìto il ricorso e la sentenza del Tar Salerno, che riteniamo ingiusta. I giudici amministrativi di primo grado crediamo non abbiamo valutato correttamente la questione. Per tale motivo, abbiamo provato a correggere quella decisione. Il Consiglio di Stato, con l’ordinanza cautelare, ha condiviso le nostre perplessità. Questo ci soddisfa e consente alla Provincia di riprendere l’iter per la gara d’appalto che era stato interrotto e di realizzare un intervento strategico per la vita culturale e produttiva di tutta l’Irpinia”.

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Attualità

Liste di attesa: i soliti proclami

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Il governo Meloni agli inizi dell’estate scorsa sbandierò (vedi il mio articolo pubblicato da “Il Confronto, Rivista on line) ai quattro venti il programma con il quale avrebbe ridotto, in tempi rapidi, le liste di attesa. L’allarme è lanciato dalpresidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, il quale mette a fuoco il ritardo nell’approvazione dei decreti attuativi previsti dal DL 73/2024 sulle liste d’attesa, convertito dalla Legge 107/2024″. Sin ad ora, è stato adottato solo 1 dei 6 decreti attuativi. La riforma prevede un’integrazione del Cup delle strutture pubbliche con quelle accreditare dal SSR per migliorare le prenotazioni e l’offerta agli utenti, ed una nuova metodologia per individuare il fabbisogno reale del personale,passaggio fondamentale per le assunzioni, decreti ancora di là da venire. A fronte di tanti proclami estivi, non si comprende come potrebbero essere azzerate le liste di attesa se mancano circa 4 mila medici di Medicina di Emergenza-Urgenza (MEU). Circa 1033 medici hanno lasciato i PS, 467 nuovi ingressi coprono appena il 45% di medici dedicati a questo reparto. Per coprire i turni si è provveduto all’utilizzo di medici di altri reparti (29%), contratti atipici (54%), specializzandi di emergenza urgenza (32%), cooperative (28%), i medici non MEU comandati dalla direzione (20%). La tragica realtà è sotto i nostri occhi, il Tribunale dei diritti del malato ha denunciato che almeno 300 mila persone hanno atteso 3 giorni prima di avere un posto letto. L’amarezza delle parole del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sono rilanciate dall’Agenzia Ansa: “le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società”, (Redazione Ansa, 29 gennaio 2025).

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Attualità

Marco La Carità nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania in quota Forza Italia

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Napoli, 30 gennaio 2025 – Marco La Carità, Consigliere Comunale di Ariano Irpino, è stato nominato Componente Esecutivo Regionale di ANCI Campania, incarico di rilievo all’interno dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

La nomina, firmata dal Presidente Carlo Marino, si inserisce in un’ottica di rafforzamento della governance dell’ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire un maggiore coinvolgimento nella fase istruttoria e operativa dell’Associazione.

Marco La Carità assumerà questo ruolo in quota Forza Italia, rappresentando il partito all’interno dell’organo esecutivo regionale. La sua esperienza amministrativa e il suo impegno politico saranno fondamentali per affrontare le sfide dei Comuni campani e promuovere soluzioni efficaci per il territorio.

“Sono onorato di questa nomina e pronto a mettere a disposizione le mie competenze per supportare i Comuni della nostra Regione”, ha dichiarato La Carità.

Forza Italia conferma così la sua presenza attiva in ANCI Campania, con l’obiettivo di garantire una rappresentanza forte e incisiva per gli amministratori locali.

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Attualità

GAP Nord – Sud e Regionalismo Differenziato

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A Cercola, in provincia di Napoli, prosegue il dibattito di Città Futura, ubicata in C.so Domenico Ricciardi 261, sul rilancio della Questione Meridionale e delle sperequazioni tra le due aree del paese.  All’incontro di domenica 2 febbraio 2025 alle ore 11,00 parteciperà il Senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana, il Consigliere Comunale di Città Futura Marco Picardi, il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese e il giornalista e saggista Salvatore Lucchese, Direttore Responsabile della rivista laica e progressista “Meridione/Meridiani”

il Sud ha avuto, negli ultimi due anni, una crescita del PIL superiore al Nord ma, in realtà, i meridionali vivono con il reddito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. Hanno servizi pubblici inadeguati, molto costosi, poco frequenti, in particolar modo in provincia, scarsamente calibrati ai bisogni che li costringe a rivolgersi al privato. Inoltre la crescita dell’occupazione al Sud, così come ha ribadito lo Svimez, è basata sul lavoro “cosiddetto povero” con un salario da part time ma, che, in realtà, impegna il lavoratore full time senza la possibilità di un progetto di vita futura e privo di sufficienti garanzie per la sua incolumità psico-fisica.  

Siete tutti invitati

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