Attualità
Progetti di utilità collettiva e Reddito di Cittadinanza, si parte

Decreto legge 4 /2019, che istituisce il Reddito di Cittadinanza, delinea la misura «fondamentale di politica attiva del lavoro a garanzia del diritto al lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, nonché diretta a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione e alla cultura attraverso politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro».
Stampa e procedimenti giudiziari hanno portato alla luce indebite percezioni che hanno macchiato il senso vero della proposta sociale del provvedimento.
L’ISTAT il 16 giugno 2020, nel presentare il proprio Report sulla povertà in Italia 2019, ha dichiarato “dopo quattro anni di aumento, si riducono per la prima volta il numero e la quota di famiglie in povertà assoluta pur rimanendo su livelli molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008-2009”
L’ottica che ha partorito l’istituzione del RdC è ‘’guidare individui e famiglie verso l’affrancamento dalla condizione di povertà, assicurare l’accesso a servizi di qualità e a strumenti uniformi a livello nazionale, costruire progettualità innovative che accompagnino verso la piena inclusione sulla base delle esigenze e delle condizioni di ciascuno’’.
Allineata a questa visione la partecipazione ai PUC, i progetti utili alla collettività ai quali i beneficiari del Rdc sono chiamati a partecipare, attivati dal 17 luglio dello scorso 2020.
L’Osservatorio dell’Inps informa che nel mese di marzo 2021 sono state poco più di un milione le famiglie che hanno percepito il reddito, mentre i percettori della pensione di cittadinanza sono circa 1,1 milioni di famiglie, pari a 2,6 milioni di persone coinvolte di cui 662 mila minorenni. In relazione al primo trimestre del 2021, sono 1,5 milioni i nuclei che hanno percepito almeno una mensilità di reddito o pensione di cittadinanza, pari a 3,4 milioni di persone.
L’importo medio erogato è di 584 euro, il 60% delle famiglie percepisce un importo inferiore a 600 euro e l’1% un importo superiore a 1200 euro. L’86% delle prestazioni è erogato a cittadini italiani, il 9% a cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno, il 4% a cittadini europei e l’1% a familiari di tutti i casi precedenti.
Questi i freddi numeri.
Ci sono realtà che indossano vesti aderenti al quotidiano ‘diverso’, realtà dove gli Enti Locali, i Consorzi Sociali, le figure professionali deputate (i Servizi Sociali) intercettano i percettori del sussidio.
Realtà che elaborando progetti di utilità collettiva, danno vita a condizioni nelle quali il percettore riacquista una dignità individuale e comunitaria, restituendo (con il proprio tempo e volontà di riscatto), in termini di impegno e acquisizione di competenze, quanto percepisce.
L’Ente Comune di Ariano Irpino, attraverso il coordinamento dell’Assessorato ai Servizi Sociali, in sinergia con l’Azienda Speciale Consortile (nell’ambito del Piano Sociale Ariano Irpino A1) che organizza e gestisce le Politiche Sociali dei Comuni aderenti, la disponibilità di Consiglieri Comunali e Dipendenti, ha prodotto 9 progetti approvati.
Stamane, nei locali del Museo della Ceramica, in Ariano Irpino, la conferenza stampa di presentazione dei progetti.
Gli onori di casa, come di competenza, al Sindaco Enrico Franza, visibilmente soddisfatto di partecipare l’avvio della ‘’collaborazione con i percettori del RdC che hanno mostrato entusiasmo a poter sentirsi utili alla Comunità’’.
L’Azienda Speciale Consortile, rappresentato dal delegato Dr. Augusto Morella, vede 29 Comuni aderenti. Dispone di un fondo dotato di circa 200 mila euro.
Alla nostra domanda ‘’I Progetti di Utilità Collettiva (acronimo PUC) sono stati elaborati e calati sulla platea di percettori oppure è stato propedeutico uno screening attitudinale degli stessi percettori?’’
L’Assessore Pasquale Molinario ha risposto ‘’Abbiamo chiesto ai Servizi Sociali di fornirci uno screening in termini di competenze, esperienze dei titolari di Reddito di Cittadinanza. Abbiamo, opportunamente, lavorato d’intesa sinergica’’.
Le Dottoresse Tiziana Di Maina e Rosanna Ruccio hanno, sinteticamente, informato sul delicato lavoro svolto affinché l’incontro tra competenze e impegno richiesto dalle progettualità sia il più produttivo possibile.
Abbiamo rilevato l’assenza di previsione su possibili interventi al ripristino, nel senso della fruizione visivi a visitatori, scolaresche, delle testimonianze storiche (e culturali) della località La Starza. Parliamo di ‘’AequumTuticum’’.
Il Sindaco, prendendo nota della nostra domanda/proposta, ha risposto che sarà oggetto di specifico progetto, riservandosi di parteciparlo agli organi di stampa nei tempi dovuti.
Attualità
“Alba di Carta. Memorie di una prigione”: nel carcere di Avellino la presentazione del libro di Antonio Sauchella

Mercoledì 9 aprile 2025, alle ore 9:30, presso la Casa Circondariale di Bellizzi (Avellino), si terrà la presentazione del libro “Alba di Carta. Memorie di una Prigione” di Antonio Sauchella, edito da 2000diciassette.
L’evento, organizzato dall’UNPLI di Avellino, rappresenta un importante momento di riflessione sui temi della detenzione, della memoria e della rinascita attraverso la scrittura. Alla presentazione parteciperanno numerosi ospiti istituzionali e del mondo accademico, tra cui la direttrice della Casa Circondariale di Bellizzi, Dott.ssa Maria Rosaria Casaburo, e la psicologa Dott.ssa Saffo Maria Di Maio, vicepresidente dell’Associazione Terra Dorea.
Interverranno inoltre il Prof. Pietro Caterini, dirigente scolastico dell’Istituto De Sanctis D’Agostino Amatucci, l’avvocato Gaetano Aufiero, la Prof.ssa Mirella Napodano e Carlo Mele, Garante dei detenuti di Avellino. Coordinerà l’incontro la giornalista Katiuscia Guarino.
L’autore Antonio Sauchella sarà presente all’evento per raccontare la sua esperienza e il significato profondo della sua opera. A impreziosire la mattinata, anche la lettura della poesia “I molti echi della luce” di Monia Gaita.
Un’iniziativa che sottolinea il valore della cultura come strumento di crescita personale e collettiva, anche nei luoghi più difficili.
Attualità
L’opposizione replica a Franza:”Non siamo assenteisti”

Avevamo deciso di soprassedere, lasciando che il sindaco continuasse a compiacersi urbi et orbi per aver deciso di cambiare le lampadine della pubblica illuminazione, sfruttando finanziamenti dalla chiara matrice “ quelli di prima”, perché derivanti da una convenzione stipulata nel 2005, con il dissenso, le proteste, i ricorsi al TAR, le denunce penali di tutti riferimenti storici di “quelli di adesso”.
Ma l’insistenza con cui si è puerilmente speculato sulle presunte reiterate assenze dei consiglieri di minoranza, ci induce a qualche precisazione:
– il Consiglio Comunale del 4 aprile è stato disertato per concomitanti impegni personali, e anche perché non ci piace andare in Consiglio solo per premere un bottone, e trasmetterci 3000 pagine di documenti (pronti da mesi) tre giorni prima della seduta, rispondendo alle nostre richieste di integrazione solo pochi minuti prima dell’inizio della stessa, è indegno ed equivale a non voler discutere;
- – continueremo ad assentarci, se del caso, ogni qualvolta verranno calpestate le prerogative e i diritti dei consiglieri tutti (anche quelli che, con sprezzo del ridicolo e della dignità della funzione, dispensano le loro lezioncine di democrazia da Bignami), che in aula consiliare rappresentano la città e non soltanto i propri elettori.
Insomma non si allarmino troppo. Noi continueremo a svolgere il nostro ruolo come sempre abbiamo fatto in questi anni, portando all’attenzione del Consesso argomenti importanti che altrimenti sarebbero stati totalmente ignorati, e cercando di dare dignità ad un organo consiliare sempre più mortificato da una gestione inadeguata.
Altri cerchino di capire che le istituzioni e la democrazia sono una cosa seria. E quando siamo assenti lascino liberi i nostri scranni. perché anche la collocazione in aula fa parte delle regole di funzionamento di un organismo democratico.
Attualità
Flobert, nulla è cambiato, la mattanza continua

L’11 aprile del 1975 esplose la Flobert, la fabbrica produceva fuochi e munizioni per armi giocattolo nel territorio di Sant’Anastasia. Morirono 12 operai con un solo superstite, Ciro Liguoro, testimone vivente della tragedia che sconvolse la comunità anastasiana. Nel giorno della commemorazione dei morti della Flobert, nel teatro Metropolitan di Sant’Anastasia sarà messa in scena “Vite Infrante” di Fioravante Rea, affiancato nella regia da Agostino Chiummariello. Lo spettacolo sarà rappresentato alle 10,00 per gli studenti ed alle 20,00 per la cittadinanza. La sezione ANPI di Sant’Anastasia “Caduti della Flobert” presieduta da Maria Elena Capuano, con gli iscritti, si è fatta carico dell’organizzazione e diffusione dell’evento nelle scuole e comuni della provincia. Sono stati svolti incontri di informazione e formazione sulla sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro con l’intento di diffondere la cultura della prevenzione, tema che coinvolge la parte datoriale, i sindacati, i lavoratori, le istituzioni ed i singoli cittadini. Nei vari incontri è stato posto l’accento sulla necessità dei controlli capillari e costanti delle unità produttive, oggi del tutto insufficienti, in un territorio affetto dalla piaga del lavoro nero. La Flobert è l’esempio di ciò che accadeva e ancor oggi accade: quattro lavoratori muoiono ogni giorno sul posto di lavoro, una strage alla quale ci siamo assuefatti e impotenti osserviamo le inutili commemorazioni. Il lavoratore può essere sacrificato sull’altare della massima competitività in una società capitalistica vocata al solo profitto, costi quel che costi, inclusa la morte del lavoratore. Manca la volontà politica di affrontare alla radice questo dramma, dobbiamo mettere in campo tutte le strategie affinché il lavoratore non ritorni a casa in una bara.
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