Attualità
Questione Meridionale: quando la politica diventa demagogia
Mario Draghi, nel suo intervento alla riunione della Confindustria, conferma la volontà del governo di ridurre le disparità tra le due macro aree del Paese e dichiara: “Un Sud più forte e meglio connesso con il resto del Paese è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa. Le nostre politiche del mezzogiorno intendono superare le disparità che condannano milioni di cittadini a servizi pubblici inadeguati. E soprattutto, li condannano ad avere meno opportunità di crescita e di affermazione professionale.” Volontà chiara che è smentita dai fatti, parole che non riscaldano il cuore e sfociano nella demagogia. Il Sud, grazie alla sua posizione strategica, è la piattaforma naturale per gli scambi commerciali con i paesi che bagnano il Mediterraneo. Dotarlo di servizi efficienti e di porti con strutture avanzate permetterebbe alle navi containers provenienti da Suez di approdare nei porti di Taranto, di Augusta, di Gioia Tauro e di Napoli facendo concorrenza a quelli di Anversa, di Amsterdam e Tangeri Med (porto marittimo del Marocco). La mancanza di infrastrutture rende i porti meridionali privi di appeal rispetto alla concorrenza straniera, con riflessi negativi sulla domanda di beni e servizi, senza dimenticare che il Sud in buona salute darebbe fiato all’apparato manifatturiero del Nord. Manca un serio programma di investimento sui porti del Meridione, manca la linea ad alta velocità che consentirebbe di trasferire, a costi concorrenziali ed in tempi rapidi, le merci dal Sud verso la Mitteleuropa. Su quella esistente da Reggio Calabria a Salerno sono previsti interventi che consentirebbero di raggiungere la velocità media di 160 km/h, non una linea ad alta velocità, come tanti blaterano, ma solo un rimessaggio che lascerebbe inalterato il divario strutturale tra le due macro aree. Né è prevista la costruzione del ponte sul stretto che collegherebbe la Sicilia alla terra ferma con l’alta velocità per completare il corridoio ferroviario da Augusta a Berlino. Senza il ponte, secondo lo studio pubblicato il 20 ottobre 2020 dalla regione Sicilia, condotto dal governo Musumeci attraverso il nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della regione siciliana e il servizio statistica e analisi economica dell’assessorato all’economia, con il supporto dell’Istituto di ricerca Prometeia, a causa dell’insularità gravano sull’imprenditoria locale ulteriori costi di 6 miliardi e 540 milioni annui, corrispondenti a 7,4% del PIL regionale. Se tali costi fossero eliminati il PIL potrebbe aumentare del 6,8%. Né si dimentichi che ogni siciliano per venti anni e per ogni anno, neonati inclusi, ha dovuto pagare una tassa occulta di 1.308 euro con grave nocumento sull’occupazione e l’aumento dell’emigrazione verso il Nord e l’estero.
Non occorrono parole ma fatti coerenti con la volontà di riunificare il Paese, costruendo le infrastrutture che rendano il Sud un’area appetibile per gli investitori nazionali ed esteri. Diversamente le parole di Draghi sono demagogia utile solo ai giornalisti per scrivere il pezzo da inviare al proprio giornale.
Attualità
Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia
La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.
Attualità
Avanti tutta con il referendum abrogativo
Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.
Attualità
Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro
Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”
“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.
La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.
La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.
“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.
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