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Attualità

Sardine d’Irpinia “Il rilancio del mezzogiorno non è una priorità”

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La Sardine d’Irpinia esprimono preoccupazione per i criteri scelti dal governo Draghi per la ripartizione dei fondi del piano Next Generation EU da destinare al Mezzogiorno.

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) solo il 40% delle risorse è stanziato per gli investimenti al Sud, una cifra che non tiene conto dei criteri scelti dall’Unione Europea per la distribuzione delle risorse ai vari Stati membri. Proprio a causa del gap infrastrutturale presente e della problematica legata all’alto tasso di disoccupazione, collegato ad un basso reddito pro capite, avevano permesso all’Italia di portare a casa il 28% delle risorse complessive, risultando essere la nazione che beneficerà maggiormente del c.d. Recovery Fund.

Uno degli obiettivi principali dell’Europa è dotare le aree più depresse del continente delle infrastrutture necessarie per lo sviluppo e questi fondi servono per colmare queste carenze.

Non c’è bisogno di un’analisi approfondita per ricordare di come al Sud manchino le infrastrutture minime che colleghino le aree interne ai capoluoghi di città, di come manchi una rete di medicina territoriale capillare e di come siano profonde le disparità sociali con il resto della nazione. 

L’ammanco di circa 60 miliardi di euro è un grave smacco ad un intero territorio che guardava con fiducia al PNRR come volano per la tanto attesa ripresa economica ma è anche la dimostrazione dello scarso peso politico che i rappresentanti del nostro territorio hanno in Parlamento. La crisi di governo, innescata da coloro che hanno preferito guardare con priorità al proprio tornaconto politico, ha fatto perdere tempo prezioso per quella che poteva essere una discussione collettiva sui criteri di investimento scelti.

È molto grave che un documento così importante sia presentato al Parlamento solo nella giornata odierna, a 4 giorni dalla scadenza imposta dall’Europa, perché ciò costringe a subire passivamente scelte operate dall’alto. Scelte operate da chi continua a preferire un’Italia a due velocità. 

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Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia

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La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.

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Avanti tutta con il referendum abrogativo

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Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.

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Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro

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Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”

“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.

La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.

La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.

“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.

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