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Attualità

Una nota dal Consorzio Irpiniacom:”L’economia che mangia se stessa”

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Dal Consorzio Irpiniacom,riceviamo e pubblichiamo:

Si parla di “boom dell’e-commerce” attribuendo al fenomeno, quasi sempre, un elemento di “positività”, di “buono” di “sviluppo e progresso” per l’economia. L’e-commerce lo fanno le multinazionali di tutti i settori economici, come lo fanno i privati consumatori ed i soggetti “intermediari” fra le prime due categorie (commercianti) che non si sono ancora resi conto, questi ultimi, che si tratta di un “boom” che sta decretando la loro “scomparsa” dal mercato.OGGII protagonisti veri, oggi, sono le GRANDI INDUSTRIE e le MULTINAZIONALI WEB COMPANY che gestiscono i più grandi marketplace digitali, attivi in ogni angolo del mondo.Le GRANDI INDUSTRIE – produttrici – attraverso l’e-commerce stanno ELIMINANDO l“intermediario” rappresentato dall’intero Settore COMMERCIO, volendo prendere in esame solo la distribuzione di “prodotti”, ma è la stessa cosa nel Settore SERVIZI.Ogni Industria ha avviato da tempo il proprio e-commerce attraverso il sito aziendale ed iniziato a fare concorrenza ai suoi stessi “rivenditori”: l’industria, la “marca” per intenderci, vende ciò che produce alla rete dei suoi negozianti al dettaglio e CONTEMPORANEAMENTE vende i medesimi prodotti agli stessi clienti dei suoi negozianti al dettaglio. Che si tratti di una SISTEMATICA ELIMINAZIONE della CONCORRENZA lo intuisce anche il più sprovveduto degli addetti ai lavori e finanche i consumatori stessi si rendono sempre più conto della distorsione del sistema.Il Negoziante compra i prodotti dal Fornitore “X” per rivenderli ai propri clienti ma lo stesso Fornitore “X” gli fa concorrenza vendendo gli stessi prodotti agli stessi clienti del suo negoziante.Che sia solo questione di tempo per eliminare il negoziante è chiaro a tutti: il Negoziante acquista i prodotti dal suo Fornitore al prezzo che il Fornitore può invece venderli al consumatore finale…Le Web Company – multinazionali – sono per lo più “strumento” ulteriore delle Industrie che li utilizzano per massimizzare le marginalità e gli utili industriali, per “disfarsi” di surplus di produzione come per “immettere” sul mercato ulteriori quantità dello stesso prodotto “differenziandolo” ad arte al solo scopo di “confondere” i suoi distributori al dettaglio (per evitare contenziosi) e gli stessi consumatori.Le prime 10 WEB COMPANY fatturano da sole 365,1 miliardi di euro (più di TRE Recovery Found)I COMMERCIANTI – oltre 750.000 esercizi con 3 milioni di addetti – sono tra le vittime sacrificali di una “economia che mangia se stessa”: tale è infatti un sistema economico che “concentra” sempre più redditi/ricchezza nelle mani di pochissime imprese Multinazionali (4/5%) sottraendolo a tutte le altre Piccole Imprese (95/96%), che costituiscono il reddito del 70/80% della popolazione, fino a distruggerle.Il modello di business delle grandi multinazionali è chiaro ed evidente: “rastrellare” quanto più fatturato possibile, in qualsiasi settore, per qualsiasi prodotto o servizio.Logica del massimo profitto? NO, senza nessuna logica !E’ sconcertante come lo si lasci fare da parte dei Governi.La costante ed incessante pratica di concorrenza sleale, abuso di posizione dominante, pratiche commerciali scorrette, abuso del diritto, inadempimenti contrattuali, infatti, da parte dell’Industria e delle Web Company al loro servizio, non fa altro che “risucchiare” lo spazio di mercato ed i fatturati del settore commercio e dei suoi addetti (3 milioni!) in direzione di un vero e proprio disastro economico, determinato: 1) dalla scomparsa della piccola impresa del commercio, dell’artigianato e dei servizi (fondamenta del nostro sistema economico e non solo del nostro);2) dall’azzeramento dei loro redditi da lavoro autonomo e del reddito dei propri dipendenti; 3) dalla scomparsa di altrettanti consumatori (quelli sopra) che non potranno essere più tali, privati del proprio reddito;4) dalla diminuzione del PIL dovuto alla diminuzione del Consumo Interno in quanto i fatturati prodotti on line dalle multinazionali appartengono ai paradisi fiscali dove le multinazionali hanno le proprie sedi e non all’Italia;5) dal minor introito da parte dello Stato Italiano di imposte quali IVA, IRPEF ecc. ecc. ecc. ecc.;6) dal maggior esborso di sussidi assistenziali da parte dello Stato per corrispondere ai “nuovi disoccupati” il necessario per vivere (reddito di cittadinanza od altro).Continuare a consentire la plateale, quotidiana, colossale VIOLAZIONE DELLE REGOLE FONDAMENTALI DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO (leggi nazionali ed europee) vuol dire continuare in questa dinamica di impoverimento e distruzione del nostro sistema economico e sociale che “vive” grazie alla micro e piccola impresa (a protezione della quale, manco a dirlo, è stata emanata la legge che tutela la concorrenza ed il mercato).ImportanUna nota dal Consorzio Irpiniacom:”L’economia che mangia se stessa”te concetto: chi scrive NON E’ contro l’e-commerce. Esso rappresenta una conquista tecnologica fantastica, importante, utile a tutti. Si tratta di “utilizzare” lo “strumento e-commerce” nel rispetto delle norme di legge in materia di concorrenza e mercato che sono a presidio e protezione di un sistema economico e sociale fondato sui valori sanciti dalla Costituzione Italiana (e perfino dalle Norme Europee). QUALE SARA’ la prima organizzazione di categoria in Italia (ci sono sigle altosonanti, sempre in TV) a “lanciare” una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno nei riguardi del nostro Governo, del Ministero per lo Sviluppo Economico (dal quale dipende la A.G.C.M. – Autorità Garante della Concorrenze e del Mercato), degli Economisti, “appropriandosi” della titolarità di una “battaglia” sacrosanta a difesa degli esercenti del nostro paese, della piccola impresa, dei lavoratori del commercio, dell’artigianato, dei servizi ???

Lorenzo Lo Conte

Presidente Consorzio Irpiniacom

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Provincia – Obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali sulle strade provinciali e regionali dell’Irpinia

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La Provincia di Avellino ha disposto, con ordinanza del dirigente del settore Viabilità, l’obbligo di catene per neve a bordo o pneumatici invernali (da neve) o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, durante il periodo compreso tra la data odierna e il 15 Aprile 2025, per tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote, i motocicli e i velocipedi, in transito lungo i tratti delle strade provinciali e regionali ricadenti nel territorio della provincia di Avellino.

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Avanti tutta con il referendum abrogativo

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Salvini e Zaia, forse affetti da analfabetismo di ritorno, vogliono portare avanti il loro disegno di spaccare l’Italia, ignorano sia Consulta che ha demolito la legge Calderoli, sia la Cassazione che rende ammissibile il referendum abrogativo, non possono impunemente sbeffeggiare le istituzioni reputando uno scherzo di carnevale le decisioni assunte dalle supreme corti. Qualcuno dovrebbe fermare il duo Salvini-Zaia, è in gioco la credibilità della Meloni e del governo che hanno prestato giuramento sulla Costituzione. La legge Calderoli è un orrore Costituzionale, viola il principio di uguaglianza e di solidarietà, declassa la Questione Meridionale ad affare locale che dovranno risolvere gli amministratori meridionali, ritenuti la causa e l’effetto del problema. I fatti, le relazioni del Parlamento, l’Ufficio dei Conti Pubblici territoriali hanno smentito la narrazione della Lega, infatti l’applicazione del criterio della spesa storica ha consentito al Nord di ottenere un maggior gettito dallo Stato Centrale di oltre 60 miliardi, fatto che ha consentito di finanziare il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, di costruire gli asili nido, di offrire l’alta velocità, diffusa in tutta l’Italia settentrionale, servizi quasi completamente negati ai meridionali. Si celebri il referendum contro la legge Calderoli e, senza perder tempo, si inizi la battaglia per riunificare il paese affinché tutti i cittadini, inclusi i meridionali, si sentano fratelli e non fratellastri d’Italia.

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Provincia – Nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ai Comuni rimborso per un milione di euro

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Il presidente Buonopane: “Risparmi anche per i cittadini”

“Oltre un milione di euro di risparmio per i Comuni sullo smaltimento dei rifiuti, che si traduce in una riduzione della Tari per i cittadini”. Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, comunica che l’Ato ha validato la nuova tariffa proposta dalla società provinciale IrpiniAmbiente Spa.

La tariffa regolata produce uno sconto di circa il 9% sul precedente importo. Si passa da 220 euro a tonnellata a 200,70 euro per quanto riguarda la frazione indifferenziata trattata allo Stir di Pianodardine, con applicazione retroattiva al primo gennaio 2024, comportando così una ricaduta di risparmio in tariffa Tari per i cittadini irpini.

La somma complessiva che verrà restituita ai Comuni supera il milione di euro. Questo importo sarà distribuito in misura proporzionale con note di credito per le amministrazioni in regola con i pagamenti a IrpiniAmbiente. Per gli enti morosi si adotterà una compensazione debiti-crediti.

“Non si può non evidenziare lo straordinario lavoro che sta portando avanti il management di IrpiniAmbiente, con l’amministratore unico Claudio Crivaro – dichiara il presidente Buonopane -. La nuova tariffa, la cui proposta è stata inviata all’Ato lo scorso ottobre e ora finalmente è stata validata, è frutto di una virtuosa gestione della società. Come si ricorderà, è stato già dimezzato il costo per lo smaltimento della frazione umida (che è sceso da poco più di 200 euro a circa cento euro), mentre per il vetro IrpiniAmbiente ottiene da qualche mese un rimborso. E ciò a differenza di quanto accadeva in passato, quando la società sborsava risorse importanti a favore delle aziende che si occupano del recupero e riciclo. Tutto questo, unito al know how e alla forza lavoro, fa di IrpiniAmbiente un esempio di società pubblica che funziona. Ovviamente, si può sempre migliorare. In tal senso, sono in campo altre azioni promosse dal dottore Crivaro e dal suo staff. A lui e a tutti i lavoratori il nostro ringraziamento”.

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