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Vittorio Melito:”continua la mortificazione del nostro ospedale”

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Il 9 dicembre il Consiglio comunale di Ariano Irpino approvò all’unanimità un documento sulla condizione dell’ospedale e della sanità sul territorio.

Il 20 gennaio lo stesso Consiglio respinse, a maggioranza, la proposta di costituzione di una commissione speciale sulla stessa tematica, ritenendo sufficiente la presenza e l’attività della ordinaria commissione Affari Sociali.

Il 23 aprile quest’ultima si riunì e deliberò di chiedere documentazione alla ASL, richiesta poi inviata il 4 maggio.

Il 6 maggio la “Associazione per la rinascita di Ariano e per la difesa dei diritti del cittadino” ha pubblicato un preoccupato documento per invitare i cittadini a “prendere coscienza che il loro ospedale è stato ridotto in uno stato di mera sopravvivenza”.

L’8 maggio il nostro primo cittadino ha convocato per giovedì 13 il Comitato dei Sindaci, del quale era entrato a far parte il 20 febbraio.

L’art. 20 della legge sul servizio sanitario regionale attribuisce a tale organismo compiti quali la definizione delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica delle attività della ASL, nonché la verifica dell’andamento generale dell’attività, con segnalazione di valutazioni e proposte anche per la definizione dei piani attuativi programmatici della ASL.

Negli ultimi sei mesi la situazione dell’ospedale e della sanità territoriale ha visto acuire i problemi affrontati nel documento del 9 dicembre: ritengo che esso debba ancora essere il punto di partenza della verifica dell’attività aziendale sul nostro territorio, contenendo valutazioni e proposte purtroppo ancora attuali.

Dico “purtroppo” perché nel frattempo la mortificazione ed il depauperamento dell’ospedale sono aumentati, come segnalato dall’associazione per la rinascita, con il rischio di una irreversibile perdita di fiducia da parte dell’utenza e di funzionalità da parte della struttura. Le attrezzature non vengono rinnovate e degradano nell’obsolescenza; il personale è stanco, non ci sono assunzioni ed i precari stentano ad ottenere il rinnovo di incarichi ridotti alla minima durata. Da mesi non abbiamo ambulatori, non abbiamo i reparti di Medicina e Lungodegenza, non abbiamo rianimazione non Covid, non abbiamo quasi mai servizio trasfusionale né ortopedia notturna, ecc. ecc.: sarebbe poco anche per un presidio di immediato soccorso, figuriamoci per un DEA di primo livello. Ciò comporta l’impossibilità di rivolgersi alla sanità pubblica per moltissimi servizi, con grandi difficoltà pratiche e sofferenze psicofisiche dei malati e dei loro familiari, allontanati da Ariano che perde il ruolo di riferimento per l’intero comprensorio.

L’emergenza Covid sembra oramai un pretesto: mentre si vanno stabilizzando i servizi ad essa collegati, non ci si appresta a riavviare nessuno di quelli sacrificati.

Il Comune sede dell’ospedale non può cullarsi nell’attesa della fine dell’emergenza: la crisi del nosocomio ormai non può essere considerata transitoria. E tralascio la situazione, non meno critica, della sanità territoriale.

Ripensare alla istituzione di una commissione che si occupi esclusivamente di queste problematiche, ricorrendo anche a contributi esterni al Consiglio, non sarebbe sconfessare la commissione permanente, ma prendere atto che l’aggravarsi della situazione richiede un impegno dedicato, non cumulabile con altre funzioni ordinarie. Essa potrebbe offrire al Sindaco un supporto ed un confronto costanti per essere adeguatamente fattivo e propulsivo nel Comitato.

Da ventuno anni non accetto nessuna candidatura e nessun incarico; non è il caso di rivelare quante offerte ho avuto. Con grosso sacrificio personale, ma ritenendo di avere dei doveri nei confronti della comunità dopo aver assunto certe posizioni durante il periodo della “zona rossa”, sono disponibile ad impegnarmi direttamente nella commissione speciale da istituire, qualora vi fosse il consenso trasversale di maggioranza ed opposizione. A titolo assolutamente gratuito, utilizzerei l’esperienza amministrativa e giuridica che credo di avere per cercare di recuperare valori di tutela della salute molto calpestati da marzo 2020 in poi. Mi auguro che a tal proposito l’Amministrazione comunale non continui a limitarsi ad aspettare tempi migliori. Il mio impegno per riportare al centro dell’attenzione le persone che soffrono c’è!

Ariano Irpino, 12 maggio 2021

Vittorio Melito

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Coppa Italia TPRA (Federazione Italiana Tennis-Padel) al Club La Tartaruga

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Il settore Tpra della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) presenta la “Coppa Italia TPRA Tennis 2025”

L’obiettivo è quello di coinvolgere nell’attività, NUOVI giocatori amatoriali, quindi anche nuovi tesserati, coinvolgendoli tramite i circoli, i maestri etc.

Come sappiamo, il fattore squadra, spesso rappresenta una forte motivazione alla partecipazione.

La formula è molto coinvolgente:

– 1^ FASE REGIONALE. 

FASE PROVINCIALE. Le prime 2 squadre di ogni girone accederanno al tabellone ORO, le altre al tabellone ARGENTO.

MASTER PROVINCIALE. Si giocherà con tabellone ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre finaliste dei tabelloni accederanno al Master Regionale.

MASTER REGIONALE. Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO. Le squadre vincitrici accederanno al Master Nazionale.

– 2^ FASE NAZIONALE

Si giocherà con tabelloni ad eliminazione diretta in entrambe le categorie ORO e ARGENTO.

Il Club La Tartaruga, Presieduto da Lucia Scrima, partecipa alla Coppa Italia categoria femminile competizione che prevede la disputo 2 singolari e un doppio al meglio di tre set ai 6 games con “vantaggio Tpra” e tie-break a 7 punti sul punteggio di 5 giochi pari, in sostituzione dell’eventuale terzo set si disputa un match tie-break a 7 punti.

Domani domenica 23 febbraio 2025 alle ore 10:00 si disputa la prima giornata sui campi in sintetico di Contrada Carpiniello le ragazze del Club La Tartaruga affrontano il TC Cesinali.

Il Club La Tartaruga Ariano Irpino schiera Manuela Leo (capitano) – Graziella Barrasso – Federica Capobianco – Veronica Di Maggio  – Greta Fino – Giuseppina Florenzano – Roberta Morelli e Raffaella Zecchino. 

Il Panathlon Club Ariano Irpino, Associazione Internazionale Benemerita del Coni che promuove l’etica e la lealtà nello Sport,attribuirà il premio “Fair Play” al termine delle varie fasi della Coppa Italia.

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Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino

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Roma, 17.02.2025– Una delegazione di Forza Italia di Ariano Irpino, guidata dal Segretario cittadino Avv. Giancarlo Giarnese e composta dagli Avv. Giancarlo Di Gregorio, Avv. Crescenzo Perrina e Arch. Alessandro Moschillo, è stata ricevuta questa mattina al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Dott.ssa Bertolozzi. Al centro dell’incontro, la possibilità di riaprire un secondo tribunale in Provincia di Avellino.

Durante la riunione, la delegazione irpina ha presentato una relazione dettagliata sul progetto, accompagnata dal deliberato dei Sindaci dell’Area Vasta adottato il 13 febbraio scorso. Un documento che testimonia il forte sostegno istituzionale e territoriale all’iniziativa.

Dal confronto è emersa una notizia di grande rilievo: il Governo sta lavorando a un Progetto di Legge che, oltre a stabilizzare i tribunali abruzzesi, prevederà la riapertura di quattro tribunali soppressi nel 2012 e conferirà una delega all’Esecutivo per individuare i criteri utili alla riattivazione di altre sedi giudiziarie, con particolare attenzione alle aree interne.

La volontà dell’Esecutivo di superare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 rappresenta un segnale positivo per il territorio irpino. Il Capo di Gabinetto ha già fissato un nuovo incontro dopo l’estate per discutere più concretamente della proposta di un secondo tribunale in provincia di Avellino.

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Attualità

Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI), il grimaldello per privatizzare la Sanità

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Le liste di attesa sono la fotografia del Sistema Sanitario italiano, finanziato con prelievi fiscali sui redditi dei pensionati, lavoratori e liberi professionisti, eroga prestazioni sanitarie in tempi biblici, anche otto /nove mesi, che compromettono le condizioni di salute della persona ammalata. Tant’è, che, il cittadino, per ottenere prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli, si rivolge all’Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI) che, in regime ambulatoriale, eroga prestazioni specialistiche e/o attività diagnostico strumentale, interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario o di Day Hospital/Surgery, prestate dal personale della dirigenza medica e sanitaria in regime di esclusività. Per incanto nello stesso ospedale, reparto, ambulatorio e l’identico medico la prestazione sanitaria viene erogata in poche settimane, imponendo al cittadino di pagare tra le 100/120 euro che in regime ordinario, se fosse esente dal pagare il ticket sanitario, sarebbe stata totalmente a carico del SSN. Forse la mancata riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche va trovata nella volontà di introdurre, in modo silente, non certo in punta di piedi, la privatizzazione del SSN? Giulio Andreotti, affermava: “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Le liste di attesa sono il tema irrisolto sul quale si è cimentato in estate il governo Meloni, ben sapendo che il personale sanitario è sotto organico, sono insufficienti le risorse finanziarie per gli straordinari, è inadeguata la protezione dalle aggressioni degli operati sanitari nei reparti del pronto soccorso. Nel frattempo milioni di cittadino, pur esenti da ticket sanitario, sono sottoposti ad ulteriori esborsi di denari che il rapporto della Fondazione Gimbe/2024 e l’ISTAT/2023, hanno quantificato nella percentuale del 26%, con spese dirette o intermediate, quest’ultime erogate dalle assicurazioni sanitarie. Il piano del governo è chiaro: ridurre la presenza dello Stato a tutto vantaggio della sanità privata e delle assicurazioni sanitarie. Non possiamo rimanere con le mani in tasca, bisogna impedire la lenta agonia del SSN.

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